Campagna Amica promuove il grano locale

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21 giu 2019

Il Presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu: “Tutti possiamo dare il nostro contributo”

Di: Antonio Caria

“Comprare la pasta e tutti i derivati del grano duro sardo e made in Italy è di fondamentale importanza, sia economica, ambientale, paesaggistica e sociale”.

Lo sottolinea Coldiretti che, attraverso Campagna Amica, promuoverà nei propri mercati in tutte le regioni la festa del grano. Le tappe sarde saranno domani a a Sassari, nel mercato coperto di Luna e sole, a Nuoro nel mercato coperto dell’Exmè, a Monserrato in via del Redentore e domenica a Selargius davanti al centro commerciale I Mulini.

Grazie anche alla collaborazione di aziende agricole, si terranno dei laboratori esperienziali in cui si ripercorreranno le tappe che portano dalla terra alla tavola, con delle degustazioni.

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Una giornata di promozione di un prodotto che ha visto la Sardegna tra i leader nella produzione, tanto da essere ricordati con l’appellativo di Granaio di Roma, ma che, rimarcano da Coldiretti, “Con gli anni stiamo perdendo poiché stiamo rischiando di vedere scomparire i cerealicoltori”.

Tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900 la Sardegna era la seconda regione dopo la Sicilia in cui si coltivava più frumento duro in Italia: 158mila 000 ettari su 1,29 milioni totali (dato Laore). Dai dati del 2016 è scesa al decimo posto con soli 36mila399 ettari su un totale nazionale pressoché simile (1,3 milioni).

A distanza di due anni gli ettari coltivati sono scesi ancora di circa il 40%: dai dati Istat elaborati da Coldiretti Sardegna risultano coltivati a grano nel 2018 20mila 684 ettari mentre quelli nazionali sono sempre intorno a 1,3milioni.

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“Negli ultimi 20 anni – fanno sapere da Coldiretti – si sono più che dimezzati anche i cerealicoltori. Complice una remunerazione sotto i costi di produzione dovuta alla concorrenza sleale di materie prime importate delle quali non conosciamo i metodi di produzione e quindi non abbiamo garantita neppure la nostra salute”.

Da cinque anni il prezzo ha imboccato una lunga discesa. Dai 30 euro del 2014 ha cominciato a calare, 27 euro l’anno successivo per poi crollare a 21 nel 2016 (0,21 centesimi al kg) pagati al produttore. Lo scorso anno il prezzo è partito sempre da 21 euro ma in alcuni casi è sceso anche di 6 euro (15-16 euro) per un peso specifico basso a causa delle continue piogge. Mentre i costi di produzione sono di circa 24 euro al quintale. Il grano era remunerato meglio 40 anni fa (nel 1976): 48 mila lire al quintale.

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Un passo in avanti si è fatto con l’etichetta di origine nella pasta, dove dal febbraio del 2018 deve essere indicato il paese di origine del grano e della semola.

“Occorre maggiore attenzione nel fare gli acquisti – sottolineano da Coldiretti Sardegna -. Occorre leggere attentamente l’etichetta e acquistare consapevolmente la pasta prodotta con grano italiano e possibilmente sardo”.

“Tutti possiamo dare il nostro contributo – ha rimarcato il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – acquistando prodotti locali. Lo diamo dal punto di vista economico, ma anche ambientale e sociale. Ma siamo anche sicuri di mangiare prodotti che non fanno male alla salute. Gli agricoltori, infatti, cosi come gli allevatori garantiscono il presidio del territorio e l’invasione delle cavallette nei 2500 ettari del nuorese ne sono un ulteriore prova. Come Coldiretti, inoltre, stiamo promuovendo i prodotti locali ed in questo caso la pasta nelle mense scolastiche, abbiamo già degli accordi che stanno funzionando”.

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“Nel settore c’è comunque molto fermento – ha aggiunto il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – sono diverse le aziende che ultimamente stanno intraprendendo la strada della trasformazione e vendita diretta dei propri prodotti: pasta, pane e semola. I nostri mercati di Campagna amica sono per molti di loro la spazio per vendere e promuoversi”.

Coldiretti per difendere il made in Italy si sta portando avanti la petizione stop cibo anonimo per chiedere alla Commissione europea di estendere a tutti i prodotti alimentari l’obbligo di indicare in etichetta l’origine di tutti i prodotti alimentari.

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