Finto allarme bomba in tribunale: slitta l'udienza preliminare di Solinas

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05 mag 2022

L'inchiesta riguarda le nomine di alcuni dirigenti alla Regione Sardegna

Di: Redazione Sardegna Live

Un finto allarme bomba ha fatto slittare l'udienza preliminare, prevista stamani in tribunale a Cagliari, nata dall'inchiesta sulle nomine di alcuni dirigenti alla Regione Sardegna.

La giudice per le udienze preliminari, Ermengarda Ferrarese, ha riunificato il procedimento nei confronti del governatore sardo Christian Solinas, dell'assessora regionale degli Affari generali Valeria Satta e del capo di gabinetto Maria Grazia Vivarelli.

L'interrogatorio di Solinas è stato rinviato al 30 maggio, così come il contro esame della Satta, già sentita nella precedente udienza. In quell'occasione la giudice - visto che Solinas aveva un impegno istituzionale - aveva stralciato le posizioni per consentire all'assessora di parlare.

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Oggi era in programma l'esame di Solinas, ma alla fine la gup ha deciso per un rinvio. Il presidente della Regione era già in aula, al quinto piano del palazzo, con il suo avvocato Salvatore Casula quando è arrivata la telefonata per quello che si è poi rivelato un finto allarme bomba.

L'edificio non è stato sgomberato, ma sono stati sbarrati gli ingressi e le udienze sono proseguite. Alla fine non c'era nessun ordigno, ma i ritardi accumulati hanno convinto la giudice a rinviare visto che l'esame e il contro esame di Solinas sarebbe potuto durare a lungo.

A chiedere il rinvio a giudizio dei tre è stato il sostituto procuratore di Cagliari, Andrea Vacca, al termine dell'inchiesta sulle nomine di due direttori generali: Silvia Curto alla presidenza e Antonio Pasquale Belloi alla guida della Protezione civile. Solinas è indagato per abuso d'ufficio, mentre all'assessora Satta è finita nei guai perché sospettata anche di tentata concussione.

Gli accertamenti della Procura erano nati dalla decisione di nominare alle direzioni generali l'avvocata Curto e l'ingegnere Belloi, una scelta che aveva fatto scattare polemiche e proteste da parte anche dei sindacati dei dirigenti regionali che contestavano l'assenza di titoli sufficienti a ricoprire l'incarico.

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