"Non era stalking", fine di un incubo per il giornalista cagliaritano Fabrizio Serra

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16 giu 2022

Un’altra storia di disagio tra genitori separati sfociata in un pericoloso stato di conflitto. Parlano le legali Valeria Aresti e Rita Dedola

Di: Sabrina Cau - A sinistra l'avvocato Rita Dedola, a destra l'avvocato Valeria Aresti

Sono stati 5 lunghi anni passati a vivere sul filo del rasoio in seguito alle pesanti accuse mosse dalla sua ex moglie, Maristella Lecca, assessore e vicesindaco di Monserrato. La donna che ha sposato e che è diventata la madre di suo figlio, durante il difficile periodo della separazione lo aveva accusato di stalking. Un’accusa che, per Fabrizio Serra, ha portato all’applicazione di una misura cautelare che gli ha impedito di avvicinarsi alla moglie e al figlio per un anno e mezzo.

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Ma “Il fatto non sussiste”.

Una semplice frase che, per il giornalista cagliaritano, molto conosciuto anche per il suo programma “Effetto Serra”, ha rappresentato una sorta di rinascita. Non era stalking, ma solo la naturale necessità di un genitore di occuparsi del proprio bambino e di vivere la sua crescita. Immediatamente dopo la lettura della sentenza di non colpevolezza da parte della giudice Antonella Useli Bacchitta, Fabrizio Serra ha espresso la gioia per la fine della sua odissea che, comunque rimarrà incancellabile nella sua mente, con un pianto liberatorio.

È risaputo, ormai, che la condizione anomala nella fine di un rapporto d’amore tra due genitori non è la separazione in sé, ma la qualità di relazione della coppia che vive le maggiori difficoltà proprio durante la separazione o subito dopo. E se in questi momenti non si riesce a trovare il giusto equilibrio, si rimane invischiati in un groviglio legale che può durare anni. È proprio quello che è successo a Fabrizio Serra difeso dagli avvocati

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Valeria Aresti e Rita Dedola, che hanno espresso ai microfoni di Sardegna Live le dichiarazioni che ritengono importante veicolare.

“Con questa decisione il tribunale di Cagliari dimostra di non essere vittima del pregiudizio che solitamente accompagna l’uomo accusato di stalking – afferma l’avvocato Valeria Aresti -. Purtroppo non sono pochi i casi in cui la denuncia è finalizzata non ad accertare una responsabilità penale che non c’è, ma a condizionare un giudizio di separazione o affidamento dei minori – aggiunge - le false denunce sono una grave offesa non solo per chi le subisce ma anche per le vere vittime di violenza e l’intera società su cui ricadono i costi della giustizia.”

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“Il reato di stalking (art.612 bis del codice penale) è un reato ad evento psicologico nel senso che occorre che la persona offesa sia ‘vittima di un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto oppure di costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita’ - ci spiega l’avvocato Rita Dedola - è evidente che nel caso Serra il giudice, in queste circostanze chiamato a svolgere un compito complicato e molto particolare, ha ritenuto che i fatti come descritti dalla persona offesa non sussistessero".

"Il signor Serra voleva semplicemente esercitare, in maniera paritetica rispetto all’ex moglie,

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il suo essere genitore e questo gli veniva continuamente negato – aggiunge – nel momento in cui ha deciso di rivolgersi ad un giudice lei ha percepito questa situazione in maniere distonica e sono iniziati i problemi”. La legale ci tiene, inoltre, a sottolineare: “una delle particolarità di questo caso è che l’indagato (all’inizio di tutto questo) è stato sottoposto alla misura del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa e questo, essendo un giornalista, ha avuto una notevole rilevanza mediatica che gli ha causato un grande dolore. Essere accusato di stalking, non solo di fronte alla comunità, ma anche di fronte al proprio figlio è devastante. Subito dopo la sentenza non è riuscito neanche a parlare – conclude - ma è scoppiato in un pianto liberatorio”.

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