Bambino segregato in casa, ecco la confessione choc della mamma

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10 ago 2019

Il figlio di 11 anni è stato segregato in casa, veniva picchiato con un tubo in una stanza al buio e senza letto, sul pavimento un secchio per i bisogni

Di: Ansa

Hanno parlato per la prima volta, hanno raccontato la loro versione dei fatti e cercato di spiegare perché tenevano segregato in casa il figlio di 11 anni, in una stanza al buio e senza letto, lasciandogli sul pavimento un secchio per i bisogni e picchiandolo con un tubo.

I genitori del ragazzino non lo avevano mai fatto dal 29 giugno scorso, giorno in cui sono stati arrestati per maltrattamenti e sequestro di persona. Lo svelano i quotidiani La Nuova Sardegna e L'Unione Sarda. Un racconto choc quello fornito dalla madre, una donna di 45 anni, la cui posizione si starebbe differenziando da quella del marito 47enne.

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"Non riuscivo più a fronteggiare la situazione, non sapevo come correggere i suoi comportamenti", avrebbe dichiarato la mamma, difesa dall'avvocato Alberto Sechi. La donna ha parlato a lungo con i due magistrati della Procura di Tempio, Luciano Tarditi e Laura Bassani, che coordinano le indagini affidate ai carabinieri, i primi ad essere intervenuti in quella abitazione in Gallura per liberare il minorenne dopo che lui stesso aveva chiamato il 112 chiedendo aiuto (i genitori erano andati a cena a Porto Rotondo e lo avevano rinchiuso).

La mamma ha ammesso le proprie responsabilità, fornendo una sorta di confessione. E' stata lei a chiedere di essere interrogata: "La mia assistita si è messa a disposizione dei magistrati, vuole collaborare", ha spiegato il legale.

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Segregare il bambino in quella stanza buia, colpirlo con un tubo di gomma con l'anima in rame dietro le ginocchia, infilarlo sotto la doccia gelata, erano - a detta della donna - mezzi per 'correggere' i comportamenti di un figlio che lei non riusciva più a gestire.

Il padre, però - sempre stando a quanto trapelato dalle dichiarazioni - non era d'accordo con quei metodi. I genitori non avevano parlato con nessuno di quello che stavano facendo, per paura che venisse tolto loro il bambino. Solo dopo l'arresto, la mamma si è resa conto della gravità delle sue azioni.

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