Vaiolo scimmie: primo caso in Sardegna

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27 lug 2022

Rilevato dai laboratori dell'Aou di Cagliari

Di: Redazione Sardegna Live

È stato accertato anche in Sardegna il primo caso di vaiolo delle scimmie. A fare la scoperta è stato il Laboratorio analisi del Policlinico Duilio Casula, diretto da Ferdinando Coghe. Il campione analizzato e in fase di sequenziamento appartiene a un paziente di circa 40 anni residente nel Sud Sardegna ricoverato in un ospedale cagliaritano.

Il vaiolo delle scimmie, monkeypo (MPX), è una patologia infettiva causata da un Orthopoxvirus (Pox Viridae), un virus simile a quello che causa il vaiolo umano (da cui si differenzia per minore diffusività e gravità).

Mentre il vaiolo umano è stato dichiarato eradicato nel 1980 dall’Organizzazione mondiale della sanità, il

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vaiolo delle scimmie è tuttora presente in forma endemica in Paesi dell’Africa centrale e occidentale. Si tratta di una zoonosi che può colpire l’uomo attraverso contatto con animali infetti, in particolare primati e piccoli roditori. L’infezione si trasmette dall’animale all’uomo attraverso la saliva ed altri fluidi corporei o il contatto diretto, mentre il contagio interumano sembra essere scarsamente efficiente e richiedere un contatto stretto.

Il vaiolo delle scimmie nell’uomo inizia con sintomi aspecifici (febbre, mal di testa, brividi, astenia, ingrandimento di linfonodi e dolori muscolari). L’eruzione cutanea compare entro tre giorni: interessa prima la faccia per diffondersi a altre parti del corpo, mani e piedi compresi. Le lesioni cutanee evolvono in forma di papula, poi vescicola, pustola e infine crosta. Le lesioni cutanee generalmente hanno una evoluzione omogenea, differentemente da quello che avviene, per esempio, nella varicella.

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Per la maggior parte delle persone, il vaiolo delle scimmie è una malattia autolimitante, che dura da due a quattro settimane, con guarigione completa.

L’OMS Il vaccino da solo non può fermare l'epidemia di vaiolo delle scimmie. "Chiediamo, per il momento, di adottare misure per ridurre questo rischio", per esempio "limitando i partner sessuali e le interazioni". È quanto ha affermato il direttore dell'ufficio europeo dell'Oms Hans Kluge.

Sebbene comincino a osservarsi casi di trasmissione domestica, "dobbiamo rispondere concentrandoci sulla modalità di trasmissione dominante (il contatto pelle a pelle durante gli incontri sessuali) e sui gruppi a più alto rischio", ha detto Kluge.In una dichiarazione alla stampa, il direttore dell'ufficio europeo dell'Oms ha fatto il punto sull'epidemia: "il vaiolo delle scimmie è, in generale, una malattia autolimitante". Ma in questo caso le cose stanno andando diversamente: "Nella regione europea dell'Oms, l'epidemia ha visto il virus estendere la sua portata rapidamente, con 37 paesi e aree colpite ad oggi, con prove di una trasmissione locale continua", ha aggiunto.

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