Ucciso dal compagno di cella a Bancali, pm dispone l'autopsia

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28 lug 2022

Ancora nessun provvedimento nei confronti dell'aggressore, un 27enne di Austis

Di: Redazione Sardegna Live

La salma di Graziano Piana, il detenuto sassarese ucciso a colpi di sgabello dal compagno di cella nel carcere di Bancali la notte tra martedì e mercoledì, è stata trasferita questa mattina dall'ospedale Santissima Annunziata all'Istituto di medicina legale. Lì, su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica Angelo Beccu, sarà eseguita l'autopsia sul cadavere. Il pm affiderà l'incarico in giornata e l'esame potrebbe essere svolto già nel pomeriggio.

Al momento, contro l'aggressore di Piana, Giuseppe Pisano, 27enne residente ad Austis, non risulta ufficialmente nessun provvedimento.

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Il giovane rimarrà in una cella di isolamento in attesa delle decisione dell'autorità giudiziaria.

Secondo quanto ricostruito dagli agenti della Polizia penitenziaria, Pisano, arrivato nel carcere di Bancali poco prima della mezzanotte di martedì, subito dopo il suo ingresso in cella avrebbe colpito Piana alla testa con un sgabello. Non è chiaro se fra i due ci sia stato prima un litigio. Piana, apparso subito in condizioni gravi, è stato trasportato dal 118 al pronto soccorso del Santissima Annunziata dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico alla testa. Nel primo pomeriggio di ieri è morto a causa delle gravissime lesioni subite al capo.

"Con uno sgabello, un detenuto ha aggredito il suo compagno di cella mentre dormiva, fracassandogli la testa. Trasportato in codice rosso al pronto soccorso di Sassari, l'uomo è attualmente in fin di vita”, rendeva noto dopo l'accaduto il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) parlando di una "notte di terrore" nel carcere di Bancali, Sassari.

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“Non sono note le ragioni di questo folle gesto – spiegava Antonio Cannas, delegato nazionale per la Sardegna del Sappe -, ma la situazione del carcere di Bancali è allarmante”.

Per Donato Capece, segretario generale del Sindacato, "è necessario ripensare completamente la questione penitenziaria. Quanto accaduto nel carcere di Bancali deve necessariamente far riflettere per individuare soluzioni a breve ed evitare che la Polizia penitenziaria sia continuo bersaglio di situazioni di grave stress e grande disagio durante l'espletamento del proprio servizio. Non possono più essere ammissibili e tollerabili atteggiamenti prevaricatori, arroganti da parte di una utenza che ormai, è notorio a tutti, è sempre più spietata ed insofferente al regime penitenziario, sia adulto che minorile. La politica deve farsi carico di tale problema assumendo idonee iniziative legislative per risolvere quando prima tale questione".

Il Sappe, che ha già annunciato una protesta in piazza a Roma a settembre, chiede "l'uso degli scudi protettivi e caschi come deterrenti e a protezione dei poliziotti penitenziari. Se il Capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria Carlo Renoldi non è in grado di trovare soluzioni alla gravissima situazione delle carceri italiane e alla tutela degli appartenenti al Corpo di Polizia Penitenziaria deve avere la dignità di dimettersi", conclude il Sappe in una nota.

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