I pastori rispondono a Solinas: “Nessun atto concreto. Situazione insostenibile. Presto ci mobiliteremo”

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21 set 2022

“Dobbiamo prendere decisioni per salvaguardare il nostro futuro”

Di: Redazione Sardegna Live

I pastori sardi Fabio Pisu, Gianuario Falchi e Nenneddu Sanna sono pronti alla mobilitazione per difendere il proprio lavoro e per uscire da un'impasse insostenibile, come da loro affermato.

“I risultati che si prospettano all'orizzonte per le campagne sarde non sono per nulla soddisfacenti”, sottolineano i pastori.

“La Regione, rappresentata dall'Assessora Murgia nei tavoli ministeriali per ottenere le risorse della nuova PAC, non ha colto tutte le opportunità tanto auspicate dalla nostra categoria, nonostante le nostre diverse richieste, per le quali non si è avuto alcun riscontro”.

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Pisu, Falchi e Sanna in particolare rispondono alle dichiarazioni del presidente Solinas sul report annuale diffuso dal Consorzio per la tutela dell’Agnello Igp di Sardegna.

“In questo momento delicato – ha detto il governatore -, caratterizzato da un aumento inarrestabile dei costi di energia e materie prime, è dovere della Regione fare il possibile per continuare a sostenere i settori più di altri penalizzati dalle turbolenze dei mercati. Siamo l’unica Regione italiana ad essere intervenuta con proprie risorse per il sostegno al settore, con 7,30 euro a capo, cui si aggiungerà 1 euro da parte del Governo nazionale”.

“Il comunicato del presidente - la risposta dei pastori - a una settimana dalle elezioni, che parla di impegni mantenuti rappresentati da 7,30 euro a capo, è a dir poco deplorevole in quanto rivela una connotazione di assistenzialismo verso il comparto e non si presenta come una risposta concreta alle esigenze dello stesso. Ricordiamo, inoltre, che il prezzo dell'agnello ha avuto un riconoscimento dignitoso solo durante il periodo pasquale, mentre per il resto dell'anno risulta sottocosto”.

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“Bisogna anche ricordare – continuano i pastori - che il prezzo dipende dall'andamento del mercato, e non di certo dagli impegni della Regione, a seguito dell'incontro tra domanda e offerta: infatti l'aumento del prezzo è la conseguenza dovuta al fatto che gli allevatori sono costretti a macellare i capi (pecore e capre) per l'insostenibile salita dei costi di produzione provocando conseguentemente la diminuzione dell'offerta rispetto alla domanda del prodotto. Evidenziamo pertanto che i nostri comparti hanno bisogno di una programmazione strutturale che presenti risultati nel lungo periodo”.

“La nuova PAC (Politica Agricola Comune) offriva grandi opportunità che da sempre sono venute a mancare alla nostra Isola. L'Europa chiedeva all'Italia di destinare più risorse alle aree più deboli e marginali come la nostra Terra, con una redistribuzione delle risorse più equa. Il risultato che si prospetta è devastante: esclusione dell'ovicaprino dall'ecoschema 1 livello 2, differenza del valore dei titoli della Sardegna (stimata in circa 130 euro, considerato che altre Regioni arrivano ad avere titoli sino ai 2.000,00 euro), possibile esclusione del comparto bovino dall'ecoschema 1 livello 2 per la richiesta della certificazione SQNBA (attualmente quasi nessuno in Sardegna la possiede), 115 milioni di euro in meno nella ripartizione delle quote del PSR 2023-2027 ed infine la quasi totale esclusione del comparto ovicaprino anche dagli aiuti statali (massimo 3 € a capo)”.

Alla luce di questa situazione “insostenibile”, Fabio Pisu, Gianuario Falchi e Nenneddu Sanna comunicano che “al più presto ci mobiliteremo per prendere decisioni per salvaguardare il nostro futuro”.

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