Bracconieri e piromani, i tre arrestati progettavano di ammazzare le guardie forestali
Tre misure di custodia cautelare (due ai domiciliari e uno in carcere a Uta), ecco i dettagli della conferenza stampa in via Biasi
Di: Alessandro Congia
Armi clandestine, munizioni, tubi fucile, tutto l'occorrente per la caccia di frodo, messa in atto tra le campagne di
Una vera e propria organizzazione criminale di alcuni soggetti che, una volta accortisi delle indagini a loro carico da parte degli ispettori del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, avevano ideato e organizzato azioni di vendetta contro gli investigatori stessi: sapevano dove colpire, sapevano soprattutto come premeditare gli agguati, senza scrupoli. Le intercettazioni ambientali e telefoniche lasciano spazio a pochi dubbi, vengono carpiti i discorsi di Vacca e Mallus mentre parlano chiaramente di cinque incendi da loro appiccati tra il 2016 e il 2018 a Sarroch per spostare l'attenzione del Corpo Forestale nelle aree bruciate e lasciare libero il terreno ai bracconieri.
Alla conferenza stampa, erano presenti il comandante del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, Antonio Casula, con il commissario del Nucleo Investigativo Ambientale Regionale, Ugo Calledda e il direttore dell'ispettorato della Forestale, Carlo Masnata.
Due le persone finite agli arresti domiciliari: si tratta di Salvatore Caboni, classe 1959, Mario Mallus, classe 1939 e Giovanni Vacca, classe 1976 (quest'ultimo finito in cella, a Uta), tutti residenti a Sarroch. Denunciati a piede libero invece Luciano Caboni, classe 1952, Giovanni Pinna, classe 1950, assieme a Tarcisio Caboni e Angelo Soddu.
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