Pugno ad un agente della Polizia Penitenziaria, Michele Cireddu (Uil-Pa): “Così perde lo Stato”

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20 ott 2019

Ancora un episodio ai danni di un poliziotto, verificatosi nel carcere “Ettore Scalas” a Uta

Di: Alessandro Congia

C’è rabbia e amarezza, a Uta, all’interno del penitenziario “Ettore Scalas”, dove un agente è stato aggredito in maniera improvvisa mentre dava alcune spiegazioni sulle regole dell'Istituto ad un detenuto AS3 (appartenente alla criminalità organizzata) con la consueta professionalità che contraddistingue il personale di Polizia Penitenziaria dell'Istituto cagliaritano.

Un apparente conversazione dai toni pacati che si è trasformata in un aggressione improvvisa da parte del detenuto che ha lasciato frastornato l'aggredito. Solo grazie all'intervento di un altro Agente che in qual momento si trovava nella sezione detentiva sono state scongiurate conseguenze piu' gravi, in quanto con estrema fatica è riuscito a contenerne la furia aggressiva.

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A renderlo noto è il segretario generale della Sardegna della Uil-Pa Polizia Penitenziaria, Michele Cireddu, che dichiara: “Ancora una volta dobbiamo purtroppo intervenire per denunciare l'ennesima aggressione a danno di un agente che stava solo ed esclusivamente svolgendo il proprio lavoro con la professionalità che gli è nota – dice - purtroppo dopo l'aggressione il collega visibilmente tumefatto e scosso è stato costretto ad abbandonare il servizio per ricorrere alle cure del pronto soccorso di un ospedale cittadino.

Siamo stufi di dover denunciare episodi che vedono soccombere gli agenti, continuiamo a ribadire che un pugno sferrato ad un agente equivale ad un pugno sferrato alle Istituzioni ed allo Stato. Siamo amareggiati e letteralmente arrabbiati perchè raccontare tali episodi fa emergere chiaramente lo stato di abbandono in cui la Polizia Penitenziaria è costretta a svolgere il proprio lavoro. Vista l'inerzia del Governo e degli Uffici romani del Dipartimento crediamo sia ormai non procrastinabile un immediato intervento a livello regionale e locale per trovare delle soluzioni operative per evitare che le aggressioni possano perpetrarsi. Un aggressione rimane impressa nella mente di ogni operatore perchè oltre alle ferite fisiche sono spesso inevitabili gli strascichi psicologici che tale violenza lascia nei confronti degli Agenti.

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Solo chi ha svolto o svolge incarichi operativi può comprendere il disagio e le ripercussioni che inevitabilmente condizionano negativamente anche la vita esterna di chi ha subito un aggressione.

E' arrivato il momento di mettere fine a queste azioni che ormai sono diventate uno stillicidio, Scriveremo al Provveditore per sollecitare un’urgentissima convocazione per affrontare e risolvere quella che ormai è una vera e propria emergenza. All'agente aggredito – ha concluso Michele Cireddu - va la solidarietà sincera di tutti i livelli della Uil”.

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