Nassirya. Mauro Pili: “Quella strage poteva essere evitata”

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12-11-2019

Il leader di Unidos: “3 anni fa ho chiesto commissione d'inchiesta su quella strage con molti lati oscuri”

Di: Antonio Caria

“Sono passati quasi tre anni dalla mia proposta di legge il Parlamento per l'istituzione di una commissione d'inchiesta sulla strage di Nassirya dove persero la vita 28 persone, tra le quali 19 italiani e fra loro 12 carabinieri, 5 militari dell'Esercito e due civili”.

Sono queste le parole pronunciate dal leader di Unidos, Mauro Pili, che aggiunge: “La presentai dopo aver studiato migliaia di documenti e mi resi conto che qualcosa non tornava in quella strage che fece perdere la vita ai militari della Brigata Sassari e non solo. Misi tutto nero su bianco e segnalai che l'andamento processuale era poco chiaro. Sotto accusa c'erano i vertici militari di allora e sopratutto il generale Stano”.

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“Ieri – ha aggiunto – dopo 16 anni la Cassazione ha scritto la parola fine: quella strage doveva e poteva essere evitata. Generale Stano condannato a risarcire le vittime. I servizi segreti avevano messo nero su bianco l'allarme, persino il colore dell'autobotte carica di esplosivo che si sarebbe lanciata a folle velocità sul compound italiano in Iraq”.

“Tutto scritto – denuncia Pili –, ma nessuno fece niente. Quella mia proposta di legge fu accolta con freddezza e irritazione dal ministero della Difesa. Obiettivo anche quella volta, nascondere, stare in silenzio su una strage con sottovalutazioni gravissime del rischio e appunto l'allarme lanciato dai servizi segreti una settimana prima”.

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“Riportai tutti quegli episodi – sottolinea Pili – emersi tra l'altro in atti processuali ma la linea era coprire, silenziare quei fatti. Proposi a qualche collega di firmare la proposta di legge, ma nessuno se la sentì.16 anni dopo ieri la Cassazione ha condanna il gen. Stano a risarcire le vittime”.

“L'ex generale dell'Esercito Bruno Stano, allora era comandante della missione italiana in Iraq nel 2003, – rimarca – quando il 12 novembre un camion kamikaze distrusse la base Maestrale provocando la morte di 28 persone, tra le quali 19 italiani e fra loro 12 carabinieri, 5 militari dell'Esercito e due civili”.

“Nel giudizio civile – ribadisce Pili – Stano è stato ritenuto colpevole di aver "sottovalutato" l'allarme dell'intelligence su un attentato "puntuale e prossimo" alla nostra base e responsabile per la "complessiva insufficienza delle misure di sicurezza. I giudici della Cassazione hanno ritenuto che "si ha colpa grave anche quando chi agisce non fa uso della diligenza, della perizia e della prudenza professionale esigibili in relazione al tipo di servizio pubblico" di cui si e' incaricati”.

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“E secondo la sentenza nella condotta di Stano – conclude Pili – si evidenziano "profili di negligenza ed imprudenza, in particolar modo con riferimento alla valutazione dei livelli di rischio", da lui conosciuti come "pericolo effettivo e crescente, e come imminente, almeno dall'ottobre 2003", e per quanto riguarda la necessita' "di innalzare le misure di protezione passiva" di base Maestrale. Si segnala "la mancanza di un'area di rispetto, inesistenza di una serpentina, hesco-bastion troppo bassi e riempiti di ghiaia anziche' di sabbia" e lo si accusa di "non aver provveduto a temporanei posti di blocco o alla chiusura del ponte e della via”.

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