Bimbo segregato ad Arzachena, i carabinieri indagano su altre possibili vittime

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13 dic 2019

Altri piccoli potrebbero aver subito i maltrattamenti della donna arrestata per le presunte vessazioni nei confronti del nipote

Di: Redazione Sardegna Live

La Procura sta verificando se altri bimbi possano aver avuto a che fare con la donna olbiese arrestata per i presunti maltrattamenti nei confronti del nipote di 11 anni. Come riportato da L'Unione Sarda gli inquirenti stanno verificando "se la donna, oltre ai genitori del bambino, abbia irretito, soggiogato, manipolato sino a ottenere la totale sottomissione, due o forse tre nuclei familiari".

L'ipotesi è ancora tutta da verificare ma troverebbe precise conferme nell'ordinanza di arresto e di custodia cautelare in carcere firmata dal gip del Tribunale di Tempio, Caterina Interlandi.

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Il giudice, infatti, scrive che la misura dei domiciliari non è adeguata, dal momento in cui non consente di neutralizzare un eventuale inquinamento delle prove e soprattutto "la reiterazione di fatti analoghi a quelli per i quali si procede nei confronti di altre persone a lei vicine".

Gli altri indagati, il padre e la madre del minore coinvolto nella triste vicenda, erano finiti in manette il 29 giugno e ora sono ai domiciliari. I due hanno confessato da mesi e hanno ottenuto misure che consentano l'avvio della riabilitazione. I genitori della vittima hanno tagliato da mesi i ponti con la donna arrestata lunedì sera.

I militari, cordinati dai pm Laura Bassani e Luciano Tarditi, starebbero focalizzando la propria attenzione ora su altre persone con cui la donna potrebbe aver avuto a che fare ai fini di "dominio e di lucro".

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Come riportato dal quotidiano cagliaritano "uno degli strumenti utilizzati per condizionare, manipolare e spaventare le sue vittime è il continuo, delirante e allo stesso tempo convincente, richiamo che la donna fa ai suoi poteri paranormali e magici". Esisterebbero a conferma di ciò diversi file audio coi quali la casalinga ricordava la sua capacità di parlare con gli angeli e di invocare presenze demoniache spaventando bimbi e adulti.

Secondo quanto emerso dall'inchiesta la casalinga, che ha a sua volta due figli, nutriva sentimenti di disprezzo nei confronti del nipote 11enne al quale diceva: "Mi vergogno di avere a che fare con uno come te".

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