La lingua sarda incontra la tecnologia: il Bellieni premia Sardware

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17 dic 2019

“Si moves sa limba, sa limba ti movet” a quattro giovani volontari sardo-catalani

Di: Antonio Caria

“L’idea è nata dalla volontà di avvicinare la lingua sarda agli strumenti della modernità e portarla sempre più alla portata dei giovani – hanno sostenuto i vincitori -. Con il sostegno anche da parte delle istituzioni si potrebbe fare meglio. Questo premio ci dà un po’ più di carica per proseguire nella giusta direzione”.

A dirlo sono stati Lisandro Beccu di Silanus, Gianfranco Fronteddu di Oliena, Luca Meloni di Mamoiada e Adrià Martin di Barcellona vincitori del premio “Si moves sa limba, sa limba ti movet”, ricevuto dalle mani del direttore scientifico Michele Pinna e della presidente Maria Doloretta Lai, nel corso di “L’ischis ma no l’ischis”, il tradizionale appuntamento conclusivo delle attività annuali dell’Istituto di Studi e Ricerche Camillo Bellieni di Sassari che si è svolto domenica scorsa a Orotelli.

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Il progetto è ancora in fase embrionale, finora sono stati tradotti telegram, facebook, un navigatore jps e sono in programma altre applicazioni.

L’incontro, coordinato dalla responsabile della formazione Is.Be, Daniela Masia Urgu, si è aperto con i saluti in limba del primo cittadino Giovannino Marteddu. Ad aprire le attività è stata l’esibizione a tenore de “Su Cuncordu de Oroteddi Terra 'e oro".

Nel corso della mattinata sono consegnati gli attestati di partecipazione ai corsisti di Arzana, Bonorva, Gavoi, Girasole, Bolotana, Martis, Nuoro, Fonni, Pozzomaggiore, Sassari e Tula. Sono intervenuti i docenti Daniela Masia Urgu, Lucia Sechi, Francesca Sini, Adriana Cocco, Immacolata Salis e Ivan Marongiu.

La novità assoluta è stata la consegna dei diplomi di competenza linguistica C1, ai corsisti Daria Baroni, Angelo Cocco, Maria Elena Cocco, Franceschina Falchi, Marco Satta, Fabio Tuseddu, tutti di Martis.

Per l’occasioneè stato anche presentato il libro postumo del compianto Enzo Espa, “La risata dei muri vecchi. Su risu de sos muros betzos”, pubblicato dalla Edes a cura di Michele Pinna.

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