In carcere. Detenuto aggredisce gli agenti e distrugge la cella

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17 dic 2019

Cireddu: «È ormai uno stillicidio di aggressioni nell'indifferenza di un Amministratore sempre più distante dalle reali necessità operative»

Di: Redazione Sardegna Live

Paura nella casa circondariale di Uta dove si è verificato l’ennesimo episodio di violenza ai danni di alcuni agenti.

Un detenuto ha dato in escandescenza e ha distrutto la propria camera solo perché gli agenti lo avrebbero svegliato per permettergli di incontrare il suo avvocato.

È scaturita così la reazione violenta del carcerato che ha inizialmente distrutto i suppellettili della cella e si è procurato un arma rudimentale dagli oggetti distrutti con cui ha ferito un agente.

I colleghi, intervenuti per difenderlo, hanno cercato con fatica di calmarlo e tenerlo a bada. Un secondo agente ha riportato dei tagli a un braccio e un altro lo slogamento della clavicola.

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Michele Cireddu, segretario generale della Uil Pa polizia penitenziaria della Sardegna ha commentato l’accaduto: «Siamo costretti a denunciare l’ennesimo episodio di violenza a danno dei nostri agenti. Quello che più ci lascia basiti è l'indifferenza dei vertici dell'Amministrazione».


Secondo il sindacalista «Esiste una circolare del capo del dipartimento che impone il trasferimento immediato dei detenuti che si rendono protagonisti di aggressioni a danno dei poliziotti, ma non può essere l'unica soluzione alle numerose aggressioni». Nel documento firmato da Cireddu si legge inoltre che: «Questo provvedimento non fa altro che spostare il problema ma non lo risolve. Servono interventi ulteriori ed immediati, come la realizzazione di sezioni più restrittive per i detenuti particolarmente violenti e soprattutto serve dotate il personale dei sistemi di sicurezza che possano garantire un intervento sicuro sia per gli operatori che per i detenuti che devono talvolta essere immobilizzati e resi inoffensivi verso se stessi e gli altri».

Il sindacalista conclude sostenendo che «L’immobilismo sino ad ora dimostrato determina delle riflessioni non certo positive e fa sorgere un dubbio legittimo sulla reale volontà degli Uffici romani di risolvere questo triste e preoccupante stillicidio. Al personale va la solidarietà dei vari livelli della Uil».

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