Burocrazia in agricoltura: Coldiretti: “Spegne il sogno di 1 giovane su 2”

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19 gen 2020

Cualbu: “Trasforma in ostacolo strumenti nati come sostegno”

Di: Antonio Caria

Vita dura per i giovani che vogliono avviare un’attività in agricoltura. Ciò a causa della burocrazia. A lanciare l’allarme è Coldiretti nel corso delle finali Oscar green che si sono svolte a Roma.

È preoccupante il dato emerso: la burocrazia, a detta di Coldiretti, spegne il sogno di oltre 1 giovane italiano su 2 (55%) fra i quasi 39mila che hanno presentato domanda per l’insediamento in agricoltura in Italia con progetti imprenditoriali respinti per colpa degli errori di programmazione delle amministrazioni regionali e il rischio di perdere i fondi messi a disposizione dall’Unione Europea.

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"L'odissea del primo insediamento, piuttosto che la siccità del 2017 con 6 domande su 100 liquidate e 7 su 10 (72.3 per cento) ancora da istruire a tre anni dalla calamità ne è la fotografia – ha sottolineato Battista Cualbu -. La burocrazia è uno dei più grandi e subdoli problemi dell'agricoltura anche perché spesso trasformano in ostacolo strumenti nati come sostegno, creando non solo aspettative, ma facendo prendere alle imprese degli impegni e facendo sostenere delle ulteriori spese, con l'ulteriore beffa di perdere e restituire i fondi messi a disposizione dall'Unione europea".

In Sardegna si attesta al 59 per cento la bocciatura delle delle domande presentate. Secondo l’analisi di Coldiretti all’1 gennaio 2020 sull’utilizzo delle risorse comunitarie relative ai Piani di Sviluppo Rurale (Psr) del periodo 2014-2020, è emerso anche che le domande del primo insediamento presentate e ammesse a finanziamento solo poco più della metà a livello nazionale (55%), con la perdita di un potenziale di mezzo miliardo all’anno di valore aggiunto che le giovani imprese avrebbero potuto sviluppare.

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"Oltre agli interventi tampone come la task force che va messa in campo immediatamente – ha aggiunto il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba –ribadiamo la necessità, per superare la vergogna di questa burocrazia, dei cosiddetti super CAA: provvedimento che garantisce tempi certi per la conclusione dei procedimenti attraverso il meccanismo del silenzio- assenso: presentata la domanda ai Centri di Assistenza Agricola, se non arriveranno risposte entro 60 giorni per la conclusione dell’istruttoria, la pratica sarà considerata approvata".

“La Legge è presente in Sardegna dal 2013 – conclude – ma mentre le altre Regioni sono andate avanti nell’applicazione, da noi non sono stati mai normati i provvedimenti attuativi che rendono possibile il rispetto dei tempi”.

“Il Super Caa – ha specificato Cualbu – garantirebbe ai produttori gli auspicati tempi certi e quindi uno snellimento procedurale sostanziale. Non necessita di alcun cambiamento organizzativo in nessuna struttura, ma conferisce solo diversi ruoli ai CAA che libererebbero carta e impegni burocratici ad ARGEA ed altri Enti che potrebbero dedicarsi con più efficacia ed efficienza, ad altri importanti compiti istruttori”.

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