Pierpaolo non ce l’ha fatta. È morto il 42enne affetto da un tumore del sangue chemioresistente

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23 gen 2020

Il suo cuore ha smesso di battere questa mattina nel reparto di Nefrologia dell’Ospedale di San Severo.

Di: Redazione Sardegna Live

Piepaolo Piras, il 42enne cagliaritano affetto da un tumore del sangue chemioresistente, non ce l’ha fatta.

Il suo cuore ha smesso di battere questa mattina nel reparto di Nefrologia dell’Ospedale di San Severo.

Per lui, da novembre, era iniziata una gara di solidarietà e in tantissimi gli hanno dato aiuto e sostegno per la sua battaglia. A nulla, però, sono servite le cure innovative.

“Alla moglie, alla sorella e a tutti i familiari inviamo le nostre condoglianze e un grandissimo abbraccio, Ciao Pierpaolo”, scrive l’associazione Charlibrown di Cagliari.

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Di seguito pubblichiamo la lettera che la famiglia di Piepaolo aveva scritto a novembre 2019:

“Ciao, siamo la famiglia di Pierpaolo, che ha compiuto da poco 42 anni, e che oggi vive a San Paolo di Civitate in provincia di Foggia con la moglie Daniela e i due figli Maria Chiara e Sergio Paolo di 11 e 8 anni. Si è trasferito per amore nel 2005 ma è nato e cresciuto a Cagliari, in Sardegna. Pierpaolo ama moltissimo la sua terra natia e la sua ridente città dove vivono i suoi genitori, Maria e Paolo, il fratello Enrico, la sorella Barbara e i nipoti.

Purtroppo, Pierpaolo ha scoperto nel mese di febbraio 2019 di avere un tumore, sviluppato in una delle forme più aggressive e non responsive alle chemioterapie alle quali si è sottoposto in questi ultimi otto mesi. Pierpaolo è affetto da una forma di linfoma non-Hodgkin refrattario, chiamato Dlbcl (linfoma diffuso a grandi cellule B), tumore del sangue inoperabile, che gli sta impedendo di poter portare avanti la sua normale vita e la sua professione ma, cosa ancor più triste, che lo sta tenendo lontano dall’affetto e dall'amore dei suoi figli e della moglie durante i cicli di chemioterapia.

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In questi mesi è stato trattato con più cicli chemioterapici secondo le indicazioni dei protocolli medici nazionali. È stato trattato anche con una terapia sperimentale attraverso il farmaco "POLATUZUMAB" arrivato direttamente dagli Stati Uniti, ma purtroppo, nessuna cura fino ad oggi ha sortito l’effetto che speravamo. Pierpaolo è un paziente refrattario, vuol dire che il suo male è stato resistente a tutti i trattamenti fino ad ora eseguiti.

In questi duri mesi Pierpaolo non ha mollato. Ha affrontato con molto coraggio e fatica le cure che gli sono state somministrate, senza mai abbandonare per quanto possibile il percorso di crescita dei suoi due figli e senza tralasciare gli impegni professionali che inevitabilmente ha dovuto drasticamente ridurre.

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In questi giorni Pierpaolo affronta l’autotrapianto di cellule staminali, nella speranza che questo ulteriore percorso possa almeno rallentare l’avanzare della malattia, e lo possa portare in breve tempo ad affrontare quella cura che alla luce degli ultimi sviluppi scientifici è indicata come l’unica in grado di poterlo guarire: Cart -T.

La Car-T consiste in un complesso procedimento in cui alcune cellule del sistema immunitario vengono prelevate dal paziente, geneticamente modificate in laboratorio per poter riconoscere le cellule tumorali e poi re-infuse nello stesso paziente.

Oggi l'ultima possibilità di cura è una terapia molto costosa che non è disponibile per lui in Italia. Pierpaolo è stato indicato come un paziente non ottimale, dal Sistema Sanitario Italiano, per l’uso delle Cart-T, in quanto solo pochissimi casi possono essere trattati, principalmente pediatrici, non dando garanzie sui tempi e i modi con i quali si potrà accedere alle lunghissime liste di attesa.

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L’unica prospettiva per Pierpaolo al momento è andare all’estero: l’Ospedale Saint Louis di Parigi e lo Sheba Medical Center di Tel Aviv hanno già dato il loro parere favorevole alla cura con cart-T. Questa terapia è purtroppo solo a pagamento. Per quanto la famiglia darà fondo a tutte le sue disponibilità economiche, non potrà far fronte al costo di questa avveniristica terapia, che si aggirerà intorno ai 520.000 dollari/euro. Proprio per questo l’unica possibilità è quella di chiedere un aiuto a tutti, in modo tale che anche con un piccolo contributo a persona si possa raggiungere quanto necessario per salvare Pierpaolo.

DOBBIAMO FARE IN FRETTA, il linfoma ha progredito su Pierpaolo velocemente. Sulle terapie che porta avanti nell’attuale ricovero possiamo riporre solo una speranza di sospensione temporanea della progressione.

ABBIAMO BISOGNO DI AIUTO. Abbiamo bisogno dell’apporto di tutti voi, nella fiducia e speranza che ognuno possa aiutarci con i mezzi di cui può disporre. Anche un piccolo gesto sarà apprezzato e fondamentale, perché solo aggiungendo mattone a mattone si può costruire un edificio, perché solo aggiungendo goccia a goccia si può formare il mare.

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