Appello dell’Università di Cagliari: “Non fermare la sperimentazione animale nella ricerca scientifica”

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31 gen 2020

Del Zompo: “C’è il pericolo che i ricercatori italiani vengano danneggiati”

Di: Antonio Caria

“Non fermare la sperimentazione animale nella ricerca scientifica” è l’appello lanciato, attraverso un documento approvato all’unanimità, dal Senato accademico e dal Consiglio di amministrazione dell’Università degli Studi di Cagliari.

Una posizione presa dopo la decisione del Consiglio di Stato che lo scorso 23 gennaio ha sospeso in via cautelare Progetto Light-Up di Marco Tamietto e Luca Bonini, docenti degli Atenei di Torino e Parma e che riguarda la cura di una particolare forma di cecità che si intendeva studiare su sei macachi.

“L’auspicio che formuliamo a nome della Comunità Accademica dell’Università degli studi di Cagliari – si legge nell’appello firmato dagli organi collegiali dell’Ateneo – è che la libertà di ricerca pubblica venga riaffermata nel pieno rispetto dei principi etici e delle normative vigenti e che le istituzioni sostengano la scienza applicando le normative vigenti senza ulteriori restrizioni e divieti e confidiamo sulla saggezza, conoscenza e consapevolezza del Consiglio di Stato perché il nostro Paese non venga relegato ai margini della ricerca in Bio-medicina per la scoperta di nuove cure nel campo dei tumori, delle malattie neurodegenerative, e in tanti altri campi”.

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“La nostra iniziativa – ha dichiarato Maria Del Zompo, Rettore dell’Università di Cagliari – nasce da un lato dall’esigenza di far presente alla società civile che la ricerca sull’animale si basa sempre su principi etici e di assoluto rispetto del suo benessere e dall’assoluta necessità di proseguire la sperimentazione animale per molte malattie rare, degenerative, tumorali, come consentito attualmente in tutti i Paesi europei e nordamericani e su larga scala a livello internazionale. La nostra preoccupazione è che a questo punto l’Italia e i ricercatori italiani - già penalizzati - vengano ulteriormente danneggiati non potendo partecipare a nessun bando che preveda la sperimentazione animale. Per questo confidiamo nell’equilibrio più volte dimostrato della magistratura italiana per una soluzione valida per tutti”.

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