Coronavirus. Rientrato l’allarme a Castelsardo. Capula: “Tornare alla normalità”

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07-02-2020

Negativi gli esami sui due bambini di origine cinese

Di: Antonio Caria

Allarme Coronavirus rientrato a Castelsardo dopo che gli esami sui due bambini di origine cinese hanno dato esito negativo. I minori, dopo il loro rientro dalla Cina per una vacanza dai nonni, avevano accusato mal di gola, tosse e febbre.

II 21 Gennaio, il pediatra aveva attivato le procedure, previste dalla legge, per l'eventuale contagio. "I test, effettuati sui campioni prelevati ai due piccoli, hanno escluso categoricamente che siano stati contagiati durante il loro soggiorno in Cina – ha dichiarato il sindaco della città, Antonio Capula – lo abbiamo pensato sin dal primo allarme ed ora ne abbiamo la certezza. Bene ha fatto comunque il loro medico ad attivare i protocolli previsti dalla legge, per la tutela della loro salute e di quella di tutti i cittadini. Dispiace solo che la famiglia abbia dovuto subire una pressione mediatica che si poteva, magari, evitare, espletando le operazioni di controllo senza attrarre l'attenzione, persino, dei media nazionali. Sin dai primi momenti, la madre ha, saggiamente e prudentemente, seguito tutte le indicazioni delle autorità sanitarie, a cui purtroppo si aggiunta la, non necessaria, tensione di essere al centro dell'attenzione dei media”.

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“L'affetto di tanti castellanesi – ha aggiunto Capula – ha comunque alleviato i momenti difficili della famiglia, perfettamente integrata, molto stimata e benvoluta da tutta la comunità. Il dirigente scolastico ha persino diffuso un documento, per cui lo ringrazio, per far chiarezza, fra studenti e genitori, nel momento di maggior confusione, facendo appello alla prudenza ed invitando i genitori a proteggere i bambini, non tanto dal virus quanto dalla sovraesposizione alle notizie che creano solo paure diffuse”.

“I piccoli, protagonisti loro malgrado di questa triste vicenda, stanno, comunque già bene e – ha concluso il primo cittadino – fra qualche giorno rientreranno a scuola, dove i loro compagni li aspettano, e alla loro vita normale, perfettamente integrati nella comunità locale, come sono sempre stati”.

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