Bullismo, la testimonianza di Natascia al 'Meucci' di Cagliari: "Mi chiamavano scrofa, balena e mongolfiera"

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24 mag 2023

La giovane, vittima di bullismo, ha raccontato agli studenti la sua terribile esperienza: "Cercavo mille scuse per non andare a scuola. Dopo anni di silenzio ho raccontato tutto alla mia famiglia"

Di: Redazione Sardegna Live

Insieme, il bullismo e il cyberbullismo si possono combattere. Lo hanno testimoniato agli studenti dell’istituto “Antonio Meucci” di Cagliari l’avvocato Gino Emanuele Melis, il professor Gian Luigi Pittau e Natascia Curreli, 26 anni, originaria di Sedilo, per anni bersagliata dai bulli a scuola, sbeffeggiata e derisa per il suo peso. Ma Natascia ha trovato la forza di reagire e di andare nelle scuole a raccontare la sua terribile esperienza di vita. Gli studenti delle classi prime e seconde (sezioni A e B) e della quarta A dell’istituto “Antonio Meucci” di Cagliari hanno ascoltato con estrema attenzione.

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“Per anni – racconta Natascia – ho ricevuto insulti pesanti. C’era chi mi chiamava scrofa, chi balena, chi mongolfiera: gli anni passati alle scuole medie sono stati terribili e le offese si basavano sul mio aspetto fisico dovuto a problemi ormonali. Ma alle superiori le cose non sono cambiate e quando ho iniziato a studiare alla ragioneria di Macomer la situazione è peggiorata e a un certo punto a queste parole si sono aggiunti altri gesti come la gomma da masticare messa nei capelli. Ogni giorno cercavo mille scuse prima di andare a scuola fingendo di star male. Ma, un giorno, mi è stato lanciato un ramo sul volto alla fermata sull’autobus causandomi una ferita. Così, dopo anni di silenzio, ho raccontato tutto alla mia famiglia e quando ho parlato sono stata meglio. Ancora oggi ricevo delle offese sui social ma ho trovato la forza di raccontare quello che mi è successo, vado in giro nelle scuole e racconto la mia storia di vita. Non bisogna mai vergognarsi di chiedere aiuto, da poco ho incontrato una ragazza che mi bullizzava e mi ha chiesto scusa”.

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Gli insulti possono fare più male degli schiaffi, e lo ha ricordato l’avvocato Gino Emanuele Melis, medaglia d’oro al campionato mondiale di karate che si è svolto a Malta: “Il bullismo – racconta l’avvocato – non esiste come reato ma sono le condotte ripetute di cui si compone a essere perseguibili penalmente. A scuola con gli studenti facciamo prevenzione perché il bullismo è un cancro sociale e devono essere aiutati sia le vittime che i bulli. In tribunale ho difeso anche ragazzi accusati di danneggiamenti che hanno capito l’errore e hanno rimediato al fatto o ancora un ragazzo minacciato di morte da un gruppo di bulli. Ci sono una serie di condotte che sono punibili come reati più o meno gravi. Vi è lo stalking, punito fino a sette anni o anche l’estorsione. Per bullismo si intende qualsiasi condotta intenzionale volta ad annientare un mio pari, la volontà di far del male al mio prossimo. Deve essere un’azione ripetuta nel tempo. Il cyberbullismo ha la stessa definizione ma sono eventi compiuti attraverso le piattaforme digitali”.

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“Bullismo e cyberbullismo sono le minacce più temute dagli adolescenti italiani, subito dopo violenze sessuali e droghe, e si sono accentuati in questi ultimi due anni di pandemia”. Lo rimarca il docente Gian Luigi Pittau, uno dei referenti del cyberbullismo del liceo artistico e musicale “Foiso Fois”. “Ormai - spiega - si è abbassata tantissimo l’età di utilizzo del telefonino, che è diventato il regalo della prima comunione, e sono sempre di più i bambini lasciati soli di fronte allo smartphone in balia dei pericoli della rete. Inoltre, per i maschi nella fascia di età tra i 13 e i 15 anni, il bullismo sale al secondo posto dopo le droghe. La violenza tra pari, online e non, è dunque una realtà quotidiana per la Generazione Z, secondo i risultati dell’Osservatorio Indifesa su violenza, discriminazioni e stereotipi di genere, bullismo, cyberbullismo e sexting di Terre des Hommes e ScuolaZoo diffusi in occasione della Giornata Nazionale contro bullismo e cyberbullismo a scuola e del Safer Internet Day. Ben il 60% degli oltre 8mila ragazzi e ragazze delle scuole secondarie in tutta Italia coinvolti dall’indagine ha affermato di aver assistito ad atti di bullismo e cyberbullismo”.

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Così, l’istituto professionale “Antonio Meucci”, guidato dalla dirigente scolastica Daniela Diomedi, è in prima linea contro il cyberbullismo come hanno ricordato il professor Gavino Mette e la professoressa Barbara Sau dello staff della presidenza, i professori e le professoresse dell’istituto superiore di Cagliari. E questa volta gli studenti hanno ascoltato una lezione di vita con estrema attenzione, consapevoli che insieme il cyberbullismo si può combattere.

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