Incontro formativo sul bullismo: la testimonianza di Alessia

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21-02-2020

All’evento sono intervenuti anche il procuratore, un esperto di problemi giovanili e il docente di informatica

Di: Redazione Sardegna Live

Si è svolto questa mattina il quarto incontro formativo organizzato dalle parrocchie di San Giuseppe di Tortolì e Nostra Signora di Monserrato di Girasole. Il coraggio è il fuoco, il bullismo è il fumo è il titolo dell’evento che ha coinvolto le seconde classi frequentanti l’Iti. Ad aprire la mattinata, dopo i saluti del dirigente scolastico e del vice sindaco del Comune di Tortolì, è stato don Evangelista Tolu, organizzatore dell’evento insieme a don Mariano Solinas, che ha sottolineato l’importanza di affrontare insieme ai giovani temi delicati, come quello del bullismo, e far capire loro che è fondamentale parlare e chiedere aiuto. «Non è colpevole solo il bullo ma anche chi sa, vede e non parla», ha detto il sacerdote.

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Tra gli ospiti Gian Franco Oppo, vice presidente Lariso ed esperto di problematiche dell’infanzia e dell’adolescenza: «Il bullismo è sttao ufficialmente riconosciuto nel 2006, il cyberbullismo l’anno successivo», ha spiegato Oppo a un centinaio di ragazzi di circa 15 anni. L’esperto ha poi spiegato come cambiano i modi di fare bullismo: «L’ultima moda ad esempio è lo sgambetto spaccatesta, un’azione pericolosa che viene filmata e postata sui social o diffusa tramite messaggi». Oppo ha poi raccontato la storia di Alessia, una ragazza che qualche anno fa è stata pesantemente bullizzata da diverse decine di persone, tra cui anche adulti. «Alessia riceveva centinaia di messaggi ogni giorno, le dicevano che portava sfiga. Ma per fortuna ha avuto il coraggio di raccontare tutto e i colpevoli sono stati tutti identificati».

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Poi a parlare è la stessa protagonista, arrivata nell’aula magna di via Scorcu insieme ai genitori. «Ognuno è libero di essere se stesso e non deve essere giudicato. Le vittime di bullismo devono trovare il coraggio di parlare, raccontare tutto e farsi aiutare. E anche i bulli dovrebbero parlare e confidarsi con qualcuno è chiaro che anche loro hanno dei problemi», ha detto la giovane.

Poi sono intervenuti anche Biagio Mazzeo, procuratore della repubblica del tribunale di Lanusei il quale ha sottolineato che la figura del bullo è sempre esistita: «Generalmente era un ragazzo più grande, ripetente. Poi con l’arrivo di internet si è passati dai computer fissi fino agli smartphone di oggi e la situazione è via via peggiorata». Il procuratore ha poi spiegato altre forme di reato: «È diffamazione anche se si scredita dicendo la verità, ad esempio se la si prende in gito per un difetto fisico. Poi c’è lo stalking che costringe le persone a cambiare vita e abitudini». Mazzeo fa anche un appello ai ragazzi: «Attenti quando create un account, utilizzate password non semplici, potrebbero appropriarsene altri e crearvi seri problemi. Questo reato si chiama sostituzione di persona».

Infine Luca Arca, ex docente di informatica e attuale dirigente scolastico dell’istituto comprensivo numero 2 di Tortolì ha spiegato l’importanza della tecnologia: «Il telefono oggi dal punto di vista strutturale è una vera potenza. Ma quello stesso strumento ci sta, in un certo senso, peggiorando, sta stravolgendo le nostre vite, le nostre abitudini e veniamo anche “spiati”. Non usate la rete con troppa leggerezza», ha concluso Arca.

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