“Ci insultano, ci minacciano, ad un certo punto però crolli”. Le reazioni al Santissima Trinità dopo l’episodio dell’infermiere che prende a calci un paziente
C’è un’aria pesante a Is Mirrionis, ma a fine turno c’è chi sbotta e difende il collega: “Scarseggia la vigilanza, il personale medico e infermieristico è ridotto all’osso, siamo totalmente abbandonati”
Di: Alessandro Congia
“Bisogna trovarsi per capire, ci aggrediscono, ci insultano ci minacciano, ci filmano, ci portano ad un punto che in alcuni momenti si ha un crollo. E c’è chi abbandona il reparto perché in preda al timore di essere picchiati e chi cerca di evitare di non prenderle fino allo stremo, poi ad un certo punto dici basta”.
Così una collega di un altro reparto a rischio, a fine turno, in una domenica qualsiasi, ad appena 24 ore dall’assurdo episodio avvenuto al
Pochissima la voglia di commentare, ancora meno di dire nome e cognome, ma alla fine, dopo le domande insistenti del cronista col taccuino, c’è chi sbotta e parla di un’assurda situazione generale di totale abbandono. Organico ridotto all’osso, (lo si sa da tanto tempo), continue aggressioni in Psichiatria 1 e 2, i vigilantes - a detta del personale medico ed infermieristico - sono pochi e purtroppo mal distribuiti e le telecamere che realmente funzionano sono ancora una chimera:
Asl e sicurezza interna
A tutelare h. 24 il presidio ospedaliero del nosocomio cagliaritano, sempre sui riflettori per vicende di violenza e aggressioni, oltre che di furti tra i padiglioni, c’è la vigilanza Coop. Service: alcune guardie giurate armate presidiano (in base all’appalto con l’Azienda Sanitaria Ats) i diversi punti considerati a rischio, come
“Le guardie? Grazie a Dio ci sono – aggiunge un’infermiera smontante dal turno e che si accinge a superare la sbarra di ingresso – ma sono poche, ci aiutano e fortunatamente hanno evitato tantissimi episodi che anche i giornali non hanno messo, qualche volta, ma sono pochi. Impossibile considerato che questo ospedale è meta abituale di tossici, persone pericolose o di pazienti che giustamente affollano i reparti. Siamo pochi noi e sono pochissimi loro. Il collega che ha reagito dando un calcio al paziente? Certo, non è stato bello, ma siamo esasperati e chi dovrebbe tutelarci, politica e direzione sanitaria, non capiscono le emergenze”. Nelle prossime ore si saprà qualcosa in più sugli eventuali provvedimenti intrapresi dalla Ats Sardegna in merito a questa vicenda.