Coronavirus, Deiara: “Sindaci, medici di base, aziende sanitarie e mondo del volontariato sono il termometro del territorio”

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27-03-2020

La proposta sulla operatività sanitaria dell’ex assessore comunale

Di: Redazione Sardegna Live

“Il Mondo ha affrontato diverso tempo fa una battaglia simile a quella che stiamo vivendo oggi con un nemico subdolo, parimenti aggressivo e fino a qualche tempo fa, fra le principali cause di morte: il bacillo di Koch e la malattia tubercolare. Nel 1800 fu causa di morte per circa ¼ della popolazione residente in Inghilterra e Nel 1900 per 1/6 della popolazione Francese. Un nemico non ancora sconfitto, ma fortemente ridimensionato grazie agli investimenti in ricerca, a una politica sanitaria pubblica adeguata, a importanti e capillari campagne di informazione e sensibilizzazione della popolazione, all’utilizzo di strutture dedicate a isolare, prevenire e curare le persone affette da TBC. Antibiotici, informazione, profilassi, Sanatori e Dispensari, Sanità Pubblica e Investimenti adeguati: la strategia che ha salvato milioni di vite in tutto il mondo. Si potrebbe ripartire da qui, dal sentiero tracciato diversi decenni fa col vantaggio dato dalle nuove scoperte scientifiche, dalle nuove conoscenze mediche, informatiche e tecnologiche”.

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Così l’ex assessore del Comune di Nuoro, ora presidente dell’associazione culturale Res (Riforme Economia e Società) Raimondo Deiara, che indica la sua proposta sulla operatività Sanitaria per l’emergenza coronavirus.

Per Deiara è necessaria “l’attivazione di un Centro di Coordinamento Provinciale Covid-19 composto da sindaci del territorio, rappresentanti dei diversi enti pubblici, delle aziende sanitarie, dei medici, degli infermieri e delle associazioni di volontariato che coordini e organizzi la rete di prevenzione e difesa dei cittadini”.

Ma non solo: “Il coinvolgimento della popolazione, delle istituzioni, delle parti sociali è elemento indispensabile. Serve un approccio meno centralizzato che parta dal coinvolgimento attivo delle comunità. Sindaci, medici di base, aziende sanitarie e mondo del volontariato sono il termometro del territorio utile per lo sviluppo di un più efficace piano strategico operativo regionale per l’emergenza”.

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Serve una “riconversione e apertura di luoghi per l’accertamento rapido, su tutto il territorio, dei casi positivi. Come fu’ per i Dispensari: centri territoriali diffusi e attrezzati per effettuare i tamponi sulla popolazione utili a censire i diversi casi, limitare e controllare il fenomeno dei contagi. Si pensi agli Ospedali di Sorgono, Macomer, Bosa o alle Case della Salute presenti nel territorio – spiega Deiara -. Il primo passo per un puntuale censimento provinciale. Prima si ha la diagnosi, prima si interviene, minore sarà la diffusione del contagio minori le probabilità di decesso. Riconversione delle strutture Ospedaliere sanatoriali esistenti come C. Zonchello a Nuoro, il Binaghi a Cagliari e il Contu a Sassari.

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Infine, “strutture dedicate in via esclusiva alla gestione, alla cura e all’assistenza dei casi positivi e acuti affetti da coronavirus dotate di rianimazione, terapia intensiva e pronto soccorso di frontiera. Un checkpoint per evitare, come è successo, che sintomatici contagino operatori e degenti del Pronto Soccorso generale”.

“La bassa densità della popolazione, il profondo senso di comunità, politiche di investimento pubblico adeguate per l’implementazione, la valorizzazione e il miglioramento del servizio Sanitario Pubblico potrebbero fare la differenza in questa guerra. Tutti siamo chiamati al sacrificio. questo è il momento delle proposte non delle proteste. Della collaborazione e della unità nell’emergenza”, ha sottolineato il presidente dell’associazione culturale Res”.

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