Coronavirus: “Le case di cura private? Usiamole per i pazienti già stabilizzati da Covid-19”. La proposta della Uil in aiuto all’emergenza

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28-03-2020

Guido Sarritzu e Fulvia Murru scrivono all’assessore Nieddu: “L’esperienza e la professionalità di tanti operatori sanitari potrebbero dare una boccata d’ossigeno agli ospedali”

Di: Alessandro Congia

“Le strutture accreditate, potrebbero ospitare pazienti No Covid -19 stabilizzati, attualmente ricoverati presso gli ospedali pubblici, in condizioni cliniche tali da non poter ancora rientrare al proprio domicilio”. E ancora: “Riteniamo che in un contesto di grave crisi l’apporto della ospedalità privata, sia importantissimo, anche per l’esperienza e la professionalità che tanti operatori sanitari potrebbero offrire evitando cosi la crisi delle aziende e salvaguardando i livelli occupazionali”.

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Lo rimarcano all’unisono il segretario Territoriale e la segretaria regionale della Uil-Fpl, Guido Sarritzu e Fulvia Murru, che hanno scritto una nota all’assessore alla Sanità, Mario Nieddu con una proposta ben precisa: “L’attuale contesto emergenziale Covid -19 – scrivono i due sindacalisti - pone le strutture sanitarie private accreditate in una situazione di gravissima crisi. Le Case di cura, parte integrante del servizio sanitario nazionale assicurano prestazioni senza le quali la sanità pubblica non potrebbe assicurare il servizio universale a tutti i cittadini.

Tra le misure urgenti per il contenimento della diffusione del Covid -19, il Ministero della Salute, con circolare n. 7422/2020, definiva le linee guida per la rimodulazione dell’attività sanitaria programmata differibile, specificando che dovevano essere erogate soltanto le prestazioni non procrastinabili e si ribadiva la necessità di ridurre l’attività nelle Case di cura, prevalentemente per i pazienti chirurgici. Tutto ciò ha comportato una notevole contrazione dell’attività, tanto da costringere le Case di Cura d attivare misure di sostegno al reddito per i propri dipendenti.

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Parliamo, di circa 1000 operatori sanitari - proseguono gli esponenti della Uil-Fpl - con grande esperienza e professionalità, per i quali si andrà ad attivare la procedura per l’accesso al Fondo di Integrazione Salariale.

Per evitare l’attivazione delle procedure per l’accesso al Fondo di Integrazione Salariale e la crisi delle Aziende – aggiungono Guido Sarritzu e Fulvia Murru - consapevoli dell’importanza che l’ospedalità privata rappresenta per il sistema regionale sanitario, avendo la regione, definito con Delibera di Giunta del 07/01/2020 il budget spettante alle Case di cura per le prestazioni erogate, riteniamo che lo stesso budget possa essere erogato in dodicesimi, ciò permetterebbe alle Case di cura di poter contare sul flusso di cassa mensile, che assicurerebbe sia il pagamento degli stipendi ai lavoratori e dei fornitori evitando il ricorso a misure di sostegno al reddito”.

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