Coronavirus. Anci Sardegna: “Il Fondo Unico per gli Enti Locali non basta: servono interventi dello Stato e della Regione”

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02-04-2020

Deiana: “Non alimentare false aspettative da parte di cittadini e imprese”

Di: Antonio Caria

In queste giornate di emergenza legate alla diffusione del Coronavirus, tutti i sindaci sono in campo per fronteggiare la grave crisi sanitaria e sociale che sta investendo le comunità.

A questo proposito Anci Sardegna e il suo presidente Emiliano Deiana chiedono garanzie per famiglie e imprese delle loro comunità.

“I sindaci e i comuni faranno ogni sforzo per aiutare nell’acuzie dell’emergenza tutti i cittadini a partire da chi sta peggio. È notizia di ieri - attendiamo la conferma ufficiale - che grazie al lavoro di Anci e Upi la Cassa Depositi e Prestiti potrebbe sospendere la quota capitale delle due rate dei mutui di quest'anno. Lo fa in autonomia senza fondi governo. Non è mai successo. Vale 1,1 miliardi. Li spalmano in 20 anni”, queste le parole di Deiana.

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“Un’altra richiesta di Anci – aggiunge – che si spera possa trovare accoglimento del Governo è una gestione più razionale del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità: molti comuni, ad esempio, utilizzano l’avanzo di amministrazione per coprire il Fondo Crediti di Dubbia esigibilità che è un fondo che le amministrazioni devono “coprire” per forza rispetto ai mancati introiti sulle tasse locali”.

Per quanto riguarda gli avanzi di amministrazione, Deiana sottolinea come “Anci nazionale, ha ottenuto dal Governo la possibilità di utilizzare la parte libera per l’emergenza Covid19, ma per molti comuni - città e aree costiere soprattutto - si pone il tema dei mancati introiti sulla tassazione locale e sulle contribuzioni al Fondo di Solidarietà Comunale”.

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Tuttavia, specifica, “Gli avanzi dei comuni non sono tutti uguali. Qualcuno, pochi, ha disponibilità; altri non hanno nessuno disponibilità; altri ancora utilizzano l’avanzo per coprire il Fondo Crediti di Dubbia esigibilità. Pertanto: sugli aiuti alle famiglie bisognose, per le nuove e vecchie povertà, per gli aiuti alle imprese che sono state chiuse per decreto servono misure dello Stato e della Regione universalistiche che utilizzino i comuni come braccio operativo (Inps docet).

“Sul fronte Regione Sardegna – prosegue Deiana –, che ha sempre mantenuto, anche col cambio di amministrazioni regionali, una costanza di contribuzione e pertanto ringraziamo gli amministratori di oggi è di ieri il Fondo Unico per gli Enti Locali basta appena per mandare avanti la baracca, pagare gli stipendi e organizzare i servizi essenziali”.

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“Su una materia così importante sarebbe utile – a suo modo di vedere – che tutti gli attori in campo non alimentino false aspettative da parte di cittadini e imprese come taglio indiscriminato della tassazione locale - senza rimborso del gettito da parte dello Stato o della Regione - o aiuti alle imprese da parte di comuni che non hanno i fondi nemmeno per le loro attività istituzionali e i servizi fondamentali per i cittadini”.

“Così come sarebbe utile, quando si entra in casa d’altri, che si verifichino – conclude – complessivamente e caso per caso - le condizioni di salute dei “pazienti”. In questo caso i bilanci dei comuni. Creare aspettative nei cittadini. Ipotizzare interventi irrealizzabili sul livello locale, prospettare una disparità di trattamento fra cittadini e imprese non appare affatto una buona base di partenza per affrontare la crisi ex ante et ex post Covid19”.

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