Mamma di un bimbo talassemico: “Non lamentatevi per la quarantena, c'è chi vive lunghi isolamenti in ospedale”

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02-04-2020

Un post che fa venire i brividi: “Pensate ai bambini con leucemia o talassemia, che in degenza hanno lunghi periodi di isolamento in ospedale e poi a casa, per mesi o anche un anno

Di: Alessandro Congia

Irene, mamma di un bimbo 12enne affetto da talassemia, pubblica sui social una foto emblematica e un post altrettanto carico di significato emotivo, che rappresenta una lezione di vita per chiunque: “Vi sto parlando di quei genitori che nella loro vita hanno dovuto affrontare la malattia del proprio bambino. Alcune malattie – scrive Irene - come per esempio la leucemia, costringono i loro bambini a lunghissimi periodi di isolamento in ospedale e poi a casa. Si parla di molti mesi, alcuni perfino un anno. Questo capita anche ai bambini talassemici che affrontano un trapianto di midollo osseo che, come gli altri bambini meritano di guarire e vivere liberi dalla malattia. Quando questo capita, credetemi, è molto duro, sia per i bambini che per i genitori ed i parenti che ovviamente sono coinvolti”.

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Al telefono con Sardegna Live, Irene, di Sestu, ha voluto sottolineare come “tutti stiamo vivendo tutti quanti un brutto periodo legato ad una grave crisi sanitaria, il Governo ci chiede di stare a casa e tanti genitori stanno vivendo con difficoltà la rinuncia alla libertà che è imposta anche ai loro figli. Tutti comprendiamo che i nostri bambini sentano l’esigenza di poter uscire fuori casa per giocare a palla, fare un giro in bicicletta o col monopattino, ed è anche comprensibile che alcuni bambini siano perfino insistenti".

"Ma se per la maggior parte di voi, cari genitori, questa è una situazione nuova, devo dirvi che per altri non lo è affatto. Ed allora ci si deve inventare tutto da capo, come in una nuova vita che inizialmente sembra sopraffarli.

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Questi genitori, dopo poco, si accorgono di essere capaci di potersi inventare sempre qualcosa di nuovo da fare per alleggerire la noia delle giornate, delle settimane o dei mesi tutti uguali dei loro bambini colpiti dalla malattia. Per esempio, scoprono che possono insegnare loro i lavori di casa, a cominciare dal più banale riordino della cameretta ai più creativi lavori di cucina o giardinaggio. Tutte cose normali che però, spesso, non si fanno o non si fanno insieme.

Se ora vi sembro banale – scrive sempre Irene nel lungo post sui social - è perché in questo momento non mi vengono in mente cose più divertenti o esperienze speciali da passare in casa coi vostri figli, e forse anche perché non vi conosco personalmente. E allora scrivetelo sui social, commentate questo articolo, e vedrete che ci sarà qualcuno di questi genitori eroi che risponderà ai vostri dubbi ed alle vostre richieste. Coraggio, fatelo. Vi accorgerete che in questa esperienza a cui vi ha obbligati il Covid – 19 i vostri bambini matureranno più in fretta e senza bisogno di provare il dolore e l’angoscia della malattia. Dovete ricordarvi che siete molto fortunati, e che basterà avere un po’ di pazienza che questo brutto momento passerà. Rispettate le regole come fareste se foste obbligati dai ritmi imposti dalle terapie e vedrete che tutto andrà bene.

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Ah, dimenticavo - aggiunge la mamma del 12enne - lo so che alcuni di voi sono preoccupati per la perdita dei soldi e del lavoro, ma anche qui posso dirvi che non siete i primi e non sarete i soli – aggiunge la mamma-coraggio - troverete qualcosa da fare quando tutto questo sarà finito perché è lo stesso che accade a quei genitori che per stare vicini ai loro bambini in ospedale si sono dovuti licenziare perché non abbastanza protetti da un lavoro sicuro.
Ci sarà un “dopo migliore” per tutti, anche se per ognuno di voi in modo diverso. Cercate di essere forti voi per primi e vedrete che i vostri figli capiranno e vi ameranno ancora di più. Cercate di non uscire se non necessario, anche se adesso pare sia consentito fare il giro dell’isolato, così tutto questo finirà più in fretta ed allora si, che tutto “sarà andato bene”. Un abbraccio a tutti”.

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