Oristano. Selfie con i cadaveri, la difesa di Campus: “Metodo di misurazione”

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28 set 2023

Un grande dolore per i familiari, chiamati in aula ad ascoltare la versione dell'imputato

Di: Ilaria Cardia

È chiamato a difendersi in un’aula di tribunale di Oristano Mirco Campus, il 45enne denunciato per vilipendio per alcuni selfie scattati con le salme nel cimitero di Bolotana, in provincia di Nuoro. Davanti alla giudice Paola Bussu, come riporta Fanpage.it, è infatti iniziato lunedì 25 settembre il processo a suo carico per i fatti avvenuti nel 2018.

Aveva scattato alcuni selfie nel cimitero di Bolotana e, alcune di queste foto, saranno protagoniste del processo. Nelle immagini sarebbero ritratte alcune salme posizionate dentro le proprie bare, in una si vedrebbe il cadavere di un anziano messo a sedere nella propria bara.

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Un grande dolore per i familiari chiamati in aula ad ascoltare la versione dell'imputato Campus.

I FATTI - Campus era impiegato in una ditta a cui il Comune aveva dato l'incarico di trovare nuovi spazi nel cimitero e, con altri dipendenti, stava esumando le salme per permettere alle famiglie di riconoscere i cari e autorizzarne la cremazione o la sepoltura sotto terra.

Ma il 45enne avrebbe agito di notte per scattare le foto incriminate accanto ai cadaveri, vestendone persino alcuni con abiti eleganti. Una delle anziane defunte, immortalate nelle fotografie, avrebbe anche una sigaretta tra le labbra. "Quelle foto – ha dichiarato la difesa del 45enne, l'avvocato Pietro Paolo Callà – servivano per avere un termine di comparazione, in

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modo da misurare le dimensioni dei cadaveri prima di procedere con la cremazione".

LA SCOPERTA – Le foto, però, non sarebbero rimaste esclusivamente nella galleria fotografica di Mirco Campus. Esse, infatti, iniziarono a raggiungere il telefono degli altri compaesani, continuando a girare tra le chat fino a quando arrivarono all'assessore Stefano Nieddu, che ne denunciò i fatti ai carabinieri.

Tutte le fasi sono state ricostruite in aula, dove l’assessore Nieddu e il maresciallo che avviò le indagini hanno testimoniato. Il prossimo 6 novembre ci sarà un'altra udienza per chiarire ulteriormente le dinamiche dei fatti che, secondo il 45enne, sarebbero stati travisati dall'assessore.

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