Dieci anni dal Ciclone Cleopatra, l'alluvione che piegò la Sardegna

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18-11-2023

Olbia, più di tutti, fu teatro degli orrori. Furono diciannove le vittime in totale

Di: Redazione Sardegna Live

Dieci anni fa la Sardegna veniva travolta dal ciclone Cleopatra.

CRONACA DI UNA TRAGEDIA

Era il 18 novembre del 2013 quando un'enorme catastrofe ambientale portò alla morte di 19 persone. Quella notte un violento nubifragio si abbatté sull'Isola, mettendola in ginocchio, colpendo con particolare violenza il territorio di Olbia.

Alla fine dell'emergenza furono svolti dai Vigili del Fuoco oltre 2.770 interventi di soccorso connessi al passaggio del ciclone che causò allagamenti, frane e smottamenti. Diciotto corpi furono ritrovati senza vita, e si registrò un disperso.

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Per fronteggiare l'alluvione la Direzione Centrale per l'Emergenza dispose fin da subito l'invio sull'isola delle Colonne Mobili Regionali (CMR) di Lazio e Toscana. Tra le vittime Luca Tanzi, il poliziotto deceduto in servizio a causa del crollo di un ponte mentre accorreva a soccorrere le persone in difficoltà di quella zona, tra Oliena e Dorgali.

A Olbia, in totale, furono nove le vittime, 13 in tutta la Gallura. Patrizia e sua figlia Morgana; Francesco e il piccolo Enrico; le anziane Anna e Maria; Bruno, Sebastiana e Maria Loriga, nella voragine aperta nella strada di Monte Pino. Sono solo alcune delle vite strappate in quelle drammatiche ore.

MADRE E FIGLIA

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Fra i tanti episodi quello della tragica scomparsa di Patrizia Corona e Morgana, moglie e figlia di Carla Baffi (ai tempi Enzo Giagoni, prima che avviasse le procedure per il cambio di sesso e generalità). Patrizia, 42 anni, e la figlioletta Morgana, appena 2, erano annegate dentro l'auto finita nel canale che costeggia via Belgio, che aveva innalzato il livello sino ad occupare l'intera strada. Ai tempi Carla era un agente della polizia di frontiera in servizio all’aeroporto “Costa Smeralda”, proveniente dalla stradale.

IL RICORDO

Una ferita che dopo dieci anni non si è ancora rimarginata, e probabilmente non lo farà mai. Il ricordo nella mente e nel cuore di Carla è più vivo che mai, e nel decennale della tragedia ha voluto ricordare così la sua famiglia: “10 anni che vivo senza metà del mio cuore, atrofizzato, privo di vita. Perché non vi svegliate, vi prego di svegliarvi. Mi mancate troppo e troppa e la mancanza che non riesco a sopportare. Vado avanti con il desiderio di tornare indietro, a 10 anni fa. Ma non ci riesco".

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"Statemi vicine, appoggiate la mia vita, fatta di dolore ma anche di voglia di trasmettere forza e coraggio ad altri - ha proseguito -. Voi ci siete e grazie a questo spero di portare avanti la mia vita a metà, sentendovi accanto a me, in un soffio di vento, in un raggio di sole, nel sorriso dei bambini che voi proteggete. Aspettatemi oppure, vi prego, tornate da me. Vi amo". In ricordo delle due vittime i familiari hanno organizzato una messa in suffragio che verrà celebrata martedì prossimo, 21 novembre, alle ore 18 presso la Chiesa di Santa Giusta, a Calangianus, paese di origine sia di Carla che di Patrizia.

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