Bollo Auto. I senatori del Pd chiedono la verifica delle 'cartelle pazze' su bolli 2011

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19 giu 2014

I senatori del Pd hanno chiesto al ministro dell'Economia di intervenire per bloccare le "cartelle pazze" sui bolli auto risalenti al 2011 con una interrogazione urgente firmata da Silvio Lai, Ignazio Angioni, Giuseppe Luigi Cucca e Luigi Manconi.

Di: Redazione Sardegna Live

I senatori del Pd hanno chiesto al ministro dell'Economia di intervenire per bloccare le "cartelle pazze" sui bolli auto risalenti al 2011 con una interrogazione urgente firmata da Silvio Lai, Ignazio Angioni, Giuseppe Luigi Cucca e Luigi Manconi.

"Potrebbero ammontare a decine di migliaia anche in Sardegna, visto che in Friuli risulterebbero oltre 100mila - hanno affermato i parlamentari sardi - e ci chiediamo perché non vengano informati i cittadini che rischiano di pagare due volte la stessa cosa".

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Dalle prime verifiche - hanno spiegato i senatori - l'errore "sarebbe della società che gestisce per conto del ministero dell'economia il pagamento dei bolli, che non avrebbe registrato i pagamenti effettuati nelle tabaccherie, e inviato quindi ai contribuenti nuove richieste non dovute. A questo si aggiungono i molti disagi degli utenti nel ritirare la documentazione e il fatto che sono pochi che al termine di questo percorso risultano effettivamente inadempienti".

"La nostra richiesta - ha sottolineato Lai - è prima di tutto mirata a conoscere il numero dei cittadini coinvolti in Sardegna e quali siano le azioni per evitare i disagi e i doppi pagamenti. E poi quale sia il costo complessivo di questa operazione affidata in outsourcing e quali iniziative intenda assumere nei confronti dei responsabili della cattiva gestione dell'operazione.

Ma soprattutto se non si ritenga di dover rendere totalmente trasparente la vicenda comunicando all'opinione pubblica la dimensione quantitativa delle lettere inviate, delle pratiche annullate motu proprio dall'amministrazione, di quelle risultate in regola in sede di verifica e di quelle per le quali vi sono effettivamente stati comportamenti censurabili dei contribuenti".

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