L’Università taglia il servizio di portierato, in bilico il destino di 130 dipendenti-custodi

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06 mag 2020

L’allarme della Uil-Tucs: “Dall’Ateneo cagliaritano soltanto silenzio assordante”

Di: Alessandro Congia

«Siamo molto preoccupati per il destino dei lavoratori del servizio di portierato e dei servizi di supporto alle strutture universitarie di Cagliari e Monserrato, 130 dipendenti. Dopo il 9 maggio dovranno attendere il pagamento del Fis (Fondo di Integrazione Salariale) da parte dell'Inps, che a marzo era stato anticipato dalla cooperativa SFL, che gestisce questi servizi per conto dell'Università di Cagliari. I tempi dei pagamenti da parte dell'Inps sono noti a tutti».
A dirlo è Silvia Dessì, dirigente sindacale della Uiltucs Sardegna. Lo scorso 17 aprile la Cooperativa SFL ha comunicato con una lettera ai sindacati la decisione di quest'ultima (l'Università, appunto) di chiudere quasi tutti i plessi gestiti con il servizio di portierato. Decisione che inevitabilmente avrà forti ripercussioni occupazionali. Sono 130 i lavoratori impiegati nel servizio.

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Il servizio era già stato ridotto dal 9 marzo a causa dell'emergenza Covid-19 e in quell'occasione era stato sottoscritto un accordo sindacale con la Cooperativa per garantire ai lavoratori e alle lavoratrici l'accesso a un assegno straordinario fino al 9 maggio. Nella lettera la SFL informa che, qualora l'Università di Cagliari non dovesse cambiare idea, sarà costretta a valutare possibili conseguenze occupazionali e che dopo il 9 maggio non sarà in grado di anticipare le indennità del Fis. Per questo motivo, insieme alle altre sigle sindacali, Uiltucs ha inviato una lettera, tra gli altri, al Rettore dell'Università di Cagliari Maria Del Zompo, al presidente della Regione Christian Solinas e alla stessa SFL, ribadendo come il 90 per cento dei portieri impiegati svolga un servizio essenziale. Non si capisce, inoltre, la reale motivazione che ha spinto l'Università di Cagliari a prendere una tale decisione.

«Dopo due settimane non abbiamo ancora avuto risposte - prosegue Dessì - Il silenzio dell'Università di Cagliari è inspiegabile, soprattutto in un periodo difficile come questo, a maggior ragione nei confronti di lavoratori che da tanti anni prestano servizio per la stess

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