Al Santissima Annunziata una sala per le emergenze per pazienti "grigi"

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17 giu 2020

Dedicata alle emergenze legate alle patologie tempo dipendenti, come quelle cardiologiche, craniche, politraumi, che hanno bisogno di interventi rapidi

Di: Redazione Sardegna Live

Una sala dedicata alle emergenze legate alle patologie tempo dipendenti, come quelle cardiologiche, craniche, politraumi, che hanno bisogno di interventi rapidi e dove potranno sostare i pazienti sospetti Covid o "grigi" in attesa di esito di tampone. Una sala con due postazioni – all'occorrenza possono diventare anche tre – dotate di monitor centralizzati. La sala è stata dedicata all'infermiere Fabrizio Beccaris, scomparso a Sassari di recente.

La sala è stata inaugurata ieri, al quinto piano del Santissima Annunziata, nel reparto di Rianimazione alla presenza di una rappresentanza degli operatori della struttura, del direttore del dipartimento dell'Emergenza-Urgenza, professor Pier Paolo Terragni, del responsabile Professioni infermieristiche Piero Bulla, del cappellano dell'Aou don Paolo Mulas. Alla breve cerimonia erano presenti anche Alba Bulla moglie dell'infermiere scomparso, con i figli Eugenio, Martina e Michela, e Nicolò Licheri direttore del Distretto sanitario di Sassari dove Fabrizio Beccaris ha lavorato negli ultimi anni della sua carriera.

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La sala è collegata con un percorso dedicato ai sospetti Covid che, attraverso un ascensore che comunica con il pronto soccorso, la radiologia interventistica, l'emodinamica, consente l'accesso di medici e infermieri in sicurezza. In un'area isolata, inoltre, si trovano anche un locale per la vestizione e uno per la svestizione degli operatori sanitari. La sala è attiva già dal primo giugno e in media è stato trattato un paziente al giorno, al momento tutti negativi al Covid-19.

È stato Marco Vidili, dirigente medico del reparto, a ricordare la figura di Fabrizio Beccaris e a scoprire con la moglie dell'infermiere scomparso a maggio la targa commemorativa posizionata sulla porta della nuova sala. «È un motivo d'orgoglio per la nostra famiglia – ha detto commossa Alba Bulla – oltre che per tutti i colleghi che hanno avuto modo di condividere l'esperienza lavorativa con Fabrizio».

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«Dedicare a Fabrizio questa sala – ha aggiunto il cappellano don Paolo Mulas che ha benedetto i nuovi locali – è il riconoscimento di un lavoro fatto in una famiglia come quella della nostra azienda ospedaliera, che non è semplicemente un posto di lavoro ma un luogo dove medici e infermieri diventano compagni di viaggio per tante famiglie».

Fabrizio Beccaris, ex coordinatore dell'Anestesia e della Rianimazione del Santissima Annunziata, è deceduto nelle scorse settimane. In forza alla struttura dal 2000 e nel 2003 divenne coordinatore dell'unità operativa di Anestesia multidisciplinare, incarico che mantenne fino al 2007, anno in cui gli venne assegnata la posizione organizzativa di Area Critica del servizio infermieristico dell'Asl di Sassari. Da giugno 2010 a maggio 2013 ricevette l'incarico di coordinatore dell'unità operativa di Rianimazione del Santissima Annunziata. Dal 2013 al 2014 ricoprì l'incarico di posizione organizzativa Cdi-Pua nel distretto di Sassari e dal 2014, fino alla sua scomparsa, ricoprì l'incarico di posizione organizzativa dell'Area distrettuale di Sassari.

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«Con questa sala della Terapia intensiva – ha detto a margine della cerimonia Pier Paolo Terragni – è stata individuata un'area critica per la gestione dei pazienti "grigi" al Santissima Annunziata. Una situazione che consentirà di gestire gli eventuali casi sospetti, con patologie tempo dipendenti, in sicurezza».

«Fabrizio si è sempre distinto per la sua abnegazione lavorativa – ha aggiunto Alessandro Nasone, coordinatore della Terapia intensiva del Santissima Annunziata – ha sempre dato il massimo e fatto il massimo per far crescere le unità operative che ha coordinato. Considerata la sua preparazione professionale, da tutti gli infermieri che hanno avuto il piacere di lavorare con lui, è sempre stato considerato un maestro e una guida. La sua prematura scomparsa ha lasciato un grande vuoto negli infermieri che l'hanno conosciuto».

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