Nasce in Sardegna il progetto "Flags", per la rimozione dei rifiuti nei fondali marini

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01 lug 2020

I pescatori saranno protagonisti nella raccolta dei rifiuti, che verranno smaltiti nelle isole ecologiche

Di: Giammaria Lavena, foto ansa

Nell'Isola parte il progetto "Flags" per fronteggiare il problema dei rifiuti nei fondali marini. La fase di sperimentazione prevede la raccolta e il conferimento della spazzatura trovata in mare. Pochi giorni fa a Cagliari sono finiti nelle reti anche tre scaldabagni.

I pescatori prenderanno attivamente parte al progetto: saranno loro a raccogliere bottiglie e buste e a depositare tutto il materiale nelle isole ecologiche. In totale saranno almeno sedici pescherecci in tutta la Sardegna. Previsti anche degli incentivi. La squadra in campo è composta dall'Università di Cagliari e dai Flag (Fisheries local action groups) di tutta la regione.

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Si cercherà di recuperare tutti i rifiuti, di cui l'80% - secondo quanto riferito dal presidente di "Flag nord Sardegna" Benedetto Sechi - arriva dai fiumi, ma si punterà soprattutto agli attrezzi da pesca dispersi o abbandonati. Il progetto ha come obbiettivo principale la dotazione di isole ecologiche ai porti e il fornimento di attrezzature per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti ai pescherecci.

"Importante monitorare e cercare di capire quanti rifiuti ci sono in mare", ha dichiarato Alessandro Cau, responsabile scientifico del progetto, presentando l'iniziativa. I porti in cui verranno svolti i test sono La Caletta, Cagliari (già appaltati i lavori per l'isola ecologica), Villasimius, Sant'Antioco e Calasetta, Torregrande, Golfo Aranci e Porto Torres. Particolarmente coinvolti Sant'Antioco e Calasetta, dove saranno complessivamente otto i pescherecci impegnati nella raccolta.

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Tutti i pescatori che aderiranno saranno selezionati tramite una manifestazione di interesse. Dovranno prelevare i rifiuti dal mare, separarli e smistarli negli appositi contenitori. Inoltre parteciperanno a un contest chiamato "Marine litter awards" che, attraverso contenuti multimediali, testimonierà l'attività di recupero, così da mostrare la situazione nei fondali marini, e sensibilizzare sull'argomento. Il progetto prevede anche una campagna di rilevazione, per l'individuazione di depositi sottomarini di materiali inquinanti.

"Ricordiamo che il problema della plastica in mare non è solo una questione estetica. I materiali infatti diventano microplastiche che vengono ingeriti dalla fauna marina, diventando poi un problema di salute pubblica", racconta Mauro Tuzzolino, membro del Flag della Sardegna centro occidentale. Di particolare importanza sarà l'aspetto normativo dello smaltimento dei rifiuti in mare, aspetto su cui verrà cercata una sponda nelle amministrazioni comunali.

"Il pescatore non va considerato un predatore - ha chiarito Nicoletta Piras, del Flag sud occidentale - ma un custode del mare. Grazie a loro raccoglieremo i dati e li metteremo a disposizione della comunità".

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