Carcere, detenuto aggredisce agenti con pugni e morsi, tre finiscono all’ospedale

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07 lug 2020

Michele Cireddu, Uil-Pa Polizia Penitenziaria: “Occorre dotare il personale del taiser e dei dispositivi di protezione, basta stillicidio di aggressioni”

Di: Alessandro Congia

“Si sono vissuti momenti di alta tensione al carcere di Uta, un detenuto ricoverato nel reparto di servizio di assistenza intensiva dell’Istituto, ha dato in escandescenza ed ha sferrato calci, pugni, nei confronti di tre agenti che sono intervenuti per riportarlo alla calma. E’ riuscito addirittura a mordere gli stessi colleghi che stavano cercando di immobilizzarlo per evitare si potesse fare del male e potesse continuare nella propria azione violenta. Gli agenti sono stati accompagnati presso il pronto soccorso di un ospedale esterno con lividi, tumefazioni ed i segni evidenti in diverse parti del corpo dei morsi sferrati dal detenuto. Un quarto agente intervenuto in soccorso ha riportato delle tumefazioni ed e’ stato costretto ad abbandonare il servizio per i danni fisici subiti dall’aggressione subita”.

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Così il commento del segretario generale della Uil-Pa Polizia Penitenziaria della Sardegna Michele Cireddu che ha resocontato il triste episodio avvenuto nella casa circondariale “Ettore Scalas” a Uta: “Continuano le aggressioni a danno dei nostri Poliziotti, questa volta si tratta di un detenuto con problemi psichiatrici che ha aggredito gli agenti senza una motivazione apparente, fortunatamente sia gli Agenti che il responsabile del turno hanno agito in maniera professionale e sono riusciti, malgrado le lesioni subite a gestire al meglio l’evento critico, scongiurando eventi ben più tragici. Da notizia ufficiose, abbiamo appreso che il detenuto dovrà essere ricoverato nella Rems (Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza) che pero’ attualmente non ha nessun posto disponibile. Questo non fa altro che certificare il fallimento post chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, i detenuti sono stati infatti indistintamente assegnati negli istituti penitenziari ordinari e sono state istituite le Rems contenenti pochissimi posti rispetto le reali necessità operative, un vero fallimento.

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Purtroppo dobbiamo commentare un ulteriore aggressione e ci viene spontaneo ricollegarci all’ormai noto gruppo di lavoro voluto dall’ex Capo del Dipartimento Basentini per il contrasto e la prevenzione delle aggressioni a danno degli agenti, attualmente infatti la montagna non sembra riuscita nemmeno a partorire il fatidico topolino.

Non possiamo piu’ aspettare oltre - accusa il segretario Uil-Pa Polizia Penitenziaria - servono interventi concreti, il personale deve poter operare con gli strumenti di protezione idonei, soprattutto negli istituti dove sono presenti detenuti psichiatrici e particolarmente aggressivi. E’ arrivato a nostro avviso il momento di sperimentare anche per la Polizia Penitenziaria il taiser che nelle altre Forze di Polizia ha fornito dati incoraggianti e non mette a rischio l’incolumità fisica degli aggressori.

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Di certo – ha aggiunto Cireddu - l’episodio riferitoci poteva avere degli esiti tragici, raccontare storie ormai ordinarie di Agenti che finiscono in ospedale vittime di aggressioni crea rabbia e sgomento, sono cambiati i vertici del Dipartimento ma la situazione non sembra migliorare, forse e’ presto per sentenziare sull’operato, ma non e’ presto per pretendere interventi concreti perche’ la Polizia Penitenziaria non deve continuare ad essere carne da macello. Auspichiamo che il Capo del Dap voglia battere un colpo, intanto agli agenti coinvolti va la solidarietà e di tutta la Uil”.

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