Capimafia in Sardegna, 'blitz' nelle carceri di Uta e Nuoro del Dap Bernardo Petralia: sindacati snobbati

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29 lug 2020

Il magistrato, numero uno del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, ha voluto ‘ispezionare’ i 2 istituti. Nessun confronto con i sindacati: “Atto gravissimo”

Di: Alessandro Congia

“Un atteggiamento offensivo e che non lascia presagire un futuro roseo per la Sardegna. Proprio ieri, il Capo del Dipartimento Bernardo Petralia, unitamente al Vice Capo Roberto Tartaglia ha visitato gli Istituti di Nuoro e Cagliari. Nonostante le Organizzazioni Sindacali avessero chiesto in largo anticipo un incontro, a margine degli impegni istituzionali, per analizzare le difficoltà che il personale di Polizia Penitenziaria deve affrontare quotidianamente in regione, ha letteralmente ignorato tale richiesta”.

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Comincia così il lungo ‘sfogo’ dei Sindacati della Polizia Penitenziaria (Sappe, Osapp, Uil-Pa, Sinapp, Uspp, Fns, Cgil, Cnpp e Cisl), dopo essere stati totalmente snobbati dal magistrato Petralia, che ieri, in terra sarda, ha voluto effettuare una sorta di blitz a sorpresa nei due istituti penitenziari sardi (Nuoro – Badu ‘e Carros e Uta), dove saranno trasferiti a fine estate un centinaio di mafiosi italiani: “A nostro avviso – sostengono i sindacati - ha perso un occasione per confrontarsi e di conoscere le vere esigenze operative del personale, avrebbe avuto modo di conoscere l’annosa mancata assegnazione dei repartini detentivi ospedalieri, dei posti di Polizia Penitenziaria negli aeroporti,la mancanza di strumenti per localizzare i microcellulari negli istituti e poteva riferire il motivo per cui permangono gli arretrati dei pagamenti delle competenze come gli straordinari e le indennità di missione, in arretrato ormai da anni. Intanto continuano ad essere assegnati in regione detenuti che nella penisola si sono rivelati ingestibili, hanno aggredito il personale o si sono resi protagonisti di rivolte ed hanno fomentato evasioni e disordini, se effettivamente a breve arriverà l’incremento dei detenuti appartenenti al 41 bis, senza prevedere l’aumento dell’organico di Polizia Penitenziaria deficitario di circa 450 Agenti, con soli 4 direttori e con Istituti privi di Comandanti, rischiamo il tracollo. Questi atteggiamenti – accusano unitariamente le sigle

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Sappe, Osapp, Uil-Pa, Sinapp, Uspp, Fns, Cgil, Cnpp e Cisl - ci portano indietro nel tempo e ricordano la mancanza di attenzione per le problematiche sarde da parte del predecessore, se il buon giorno si vede dal mattino per la Sardegna è già notte fonda”.

(Nella foto in basso, Michele Cireddu - Uil-Pa Polizia Penitenziaria; in alto, il dottor Bernardo Petralia)

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