Sassari. Sindrome di Brugada: 30 anni di progressi in Cardiologia

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18-04-2024

Il 22 aprile, l'Aou di Sassari ospiterà in videoconferenza il professor Josep Brugada per discutere le novità nel trattamento delle aritmie cardiache e delle patologie associate al rischio di morte cardiaca improvvisa

Di: Redazione Sardegna Live

Sarà un’occasione per ripercorrere, insieme a tutti gli studenti e professionisti interessati, 30 anni di progressi nel campo delle patologie cardiache associate al rischio di morte improvvisa.

È l'incontro in programma il 22 aprile prossimo con il professor Josep Brugada, un’eccellenza in campo cardiologico nel trattamento delle aritmie cardiache, di interventistica aritmologica e delle malattie associate al rischio di morte cardiaca improvvisa.

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L'incontro, in diretta videoconferenza e organizzato dalla Cardiologia clinica e interventistica dell'Aou di Sassari, si svolgerà nella sala riunioni, al settimo piano dell'ospedale civile, dalle 13 alle 15.

Il cardiologo spagnolo è professore ordinario di Medicina all’Università di Barcellona, direttore dell’Hospital Clinic di Barcellona e responsabile della Sezione Aritmie di Pediatria dell’Hospital Sant Joan de Déu.

Il docente, inoltre, è autore di oltre 500 riviste scientifiche internazionali e co-autore, insieme al professor Pedro Brugada, della descrizione di una sindrome che porta il suo nome, appunto "Sindrome di Brugada".

A dialogare con lo specialista saranno il professor Gavino Casu, direttore della struttura complessa di Cardiologia clinica e interventistica dell'Aou di Sassari e il professor Eliano Pio Navarese responsabile della struttura semplice di Cardiologia clinica sperimentale.

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I temi centrali della discussione si concentreranno sulle sfide che, al giorno d'oggi, restano ancora da affrontare dopo i numerosi progressi che si sono susseguiti negli ultimi 30 anni nel trattamento delle aritmie cardiache e delle patologie associate al rischio di morte cardiaca improvvisa.

«Grazie alla ricerca scientifica – afferma il professor Gavino Casu – ci sono stati significativi progressi nella diagnosi e nel trattamento delle patologie associate a rischio di morte cardiaca improvvisa. Tuttavia, resta ancora la necessità di identificare e trattare precocemente le persone a rischio e migliorare il trattamento».

Un miglioramento continuo che arriva anche dalle collaborazioni internazionali tra i vari professionisti e strutture impegnate nella cura e nella ricerca. «La collaborazione internazionale è di vitale importanza nel campo della ricerca in cardiologia – aggiunge Casu – specialmente nelle patologie meno frequenti come le patologie associate a rischio di morte cardiaca improvvisa.

«In Aou abbiamo un ambulatorio dedicato alle Canalopatie cardiache e alle patologie associate al rischio di morte cardiaca improvvisa. Inoltre, abbiamo diversi studi clinici che hanno come scopo quello di prevedere e stratificare il rischio di morte nei pazienti con Sindrome di Brugada», conclude.

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