Ancora un'aggressione nel carcere di Uta, feriti due agenti

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10 ago 2020

Lo stesso detenuto che si era reso protagonista dell'aggressione di alcuni agenti negli scorsi giorni, ha attaccato altri due poliziotti, trasferiti poi all'ospedale. Cireddu: "Situazione surreale, agenti costretti a intervenire senza strumenti di protezione"

Di: Giammaria Lavena

Ancora un'aggressione nel carcere di Uta. Dopo gli episodi resi noti negli scorsi giorni, ancora una volta gli agenti del penitenziario sono stati attaccati. Responsabile dell'accaduto lo stesso detenuto che già pochi giorni fa si era reso protagonista del ferimento di tre poliziotti. Questa volta, a rimetterci, sono stati altri due agenti: uno ha subito un violento calcio allo stomaco, l'altro, intervenuto per soccorrerlo, è stato atterrato con un violento pugno in testa.

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Già nelle scorse ore era stato chiesto di trasferire il detenuto, poiché "da diverso tempo manifestava chiari intenti di violenza". Entrambi i feriti sono stati trasportati all'ospedale esterno a seguito del violento trauma cranico e dei dolori all'addome dovuti all'aggressione. A renderlo noto è il segretario generale della Uil PA Polizia Penitenziaria della Sardegna, Michele Cireddu.

"Ormai gli episodi di violenza si susseguono con frequenza drammatica - denuncia Cireddu -, 6 Agenti aggrediti in due giorni rappresenta un dato allarmante! Lo ribadiamo: occorrono strumenti di protezione che possano permettere al personale di intervenire senza subire conseguenze fisiche, altrimenti, soprattutto con l’esiguo numero di agenti nei vari turni, si va incontro ad una escalation di aggressioni che possono determinare prima o poi conseguenze tragiche".

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E prosegue: "Siamo davanti ad una situazione surreale, per contrastare l’azione violenta di alcuni detenuti, spesso prestanti fisicamente, gli agenti sono costretti ad intervenire senza nessuno strumento di protezione. Il capo del Dipartimento intanto ha fornito delle linee guida per il contrasto delle aggressioni che, alla stregua delle disposizioni emanate dai predecessori, contengono concetti che, per usare un eufemismo, sono semplicemente irrealizzabili. Siamo seriamente preoccupati per la sicurezza dei nostri poliziotti, il carcere di Uta è diventato un contenitore esplosivo di detenuti psichiatrici ed ingestibili, diversi sono stati inviati dalla penisola perché hanno letteralmente messo a ferro e fuoco intere sezioni, così andare avanti è letteralmente impossibile".

"Lo ripetiamo allo sfinimento - conclude il segretario -, lo Stato deve essere presente e deve tutelare i poliziotti che operano nelle sezioni detentive, è altrimenti utopistico riuscire ad evitare eventi tragici, si rischia il tracollo! Al personale coinvolto va la mia personale vicinanza e quella di tutta la Uil".

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