Roberto Deriu: "La colpa del disastro Abbanoa è tutta di Cappellacci"  

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01 gen 2013

Di: Redazione Sardegna Live

Le dichiarazioni di Roberto Deriu in merito ad Abbanoa.

"L’avevamo detto tre anni fa: Abbanoa arriverà al miliardo di euro di debiti, crollerà e il disastro provocato colpirà tutti i sardi. Perché distruggerà le già deboli casse pubbliche regionali con effetti che dureranno anni.

Ci siamo arrivati e la responsabilità di quanto sta accadendo e di quanto accadrà è chiaramente del Presidente Cappellacci che anziché occuparsi dei problemi reali della Sardegna si dimena nella sua letale ossessione di commissariare ogni cosa in una visione centralistica, antidemocratica e chiaramente inefficiente.

Oggi lo ripetiamo: la soluzione non può essere rinviata. Abbanoa va chiusa con un intervento politico e legislativo prima che la chiudano, con disastrose conseguenze per tutti, i tribunali.

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Le motivazioni dell’inefficienza di Abbanoa e della sua inarrestabile corsa al fallimento sono tutte nei dati raccolti grazie ad uno studio fatto con l’attenzione che merita un argomento così delicato e così complesso come la gestione di un servizio pubblico fondamentale come è l’erogazione dell’acqua.

Lo studio, che ha preso in esame Abbanoa ed altri 35 gestori idrici italiani (su 91) ha evidenziato che sia nel breve che nel lungo periodo nessun gestore che eroghi più di 50 milioni di metri cubi l’anno, con una popolazione oltre i 500.000 abitanti, presenta economie di scala.

Significa che erogare più di 50 milioni di metri cubi d’acqua ed avere più di mezzo milione di cittadini serviti (ed Abbanoa eroga 141 milioni ad una popolazione di oltre 1,6 milioni) non consentirà mai di poter essere efficienti perché il costo di produzione sarà sempre più grande dei costi di vendita che possono essere praticati.

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Significa che oltre i 50 milioni di metri cubi erogati e i 500.000 abitanti serviti la dimensione non è più ottimale, e dunque i costi per la collettività non saranno più i minori possibile ma tenderanno chiaramente a crescere a dismisura senza peraltro portare all’efficienza o alla sicurezza economica e finanziaria del gestore.

Dall’analisi della situazione italiana ci dice che Abbanoa è in condizioni straordinariamente sfavorevoli: il territorio che deve gestire è il più grande d’Italia, (oltre 24.000 chilometri quadrati) con il maggior numero di comuni serviti (377) e con la densità di popolazione minore (68 abitanti per Kmq)).

Condizioni così svantaggiose che portano ad un altro dato allarmante: l’ambito sardo presenta la più alta spesa corrente per abitante: 1.71 euro, ovvero 4 volte lo 0.43 dell’ATO torinese ed addirittura quasi 7 volte lo 0.24 dell’ATO di Roma.

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L’abbiamo detto e ripetuto: in queste condizioni di non ottimalità neanche il più grande manager del mondo riuscirebbe a salvare Abbanoa.

Quanto sta accadendo conferma ogni previsione: i debiti crescono con gravissime conseguenze sia per i fornitori che per indipendenti. Le inefficienze aumentano con enormi disagi per le comunità.

Serve un intervento politico serio, privo di qualunque spinta ideologica o demagogica.

Bisogna prendere in mano la situazione, studiarla profondamente, capire cosa significa ottimalità e liberarsi dalla falsa illusione del “grande è bello” o “grande è efficiente”. In questo caso grande è sbagliato, grande è inefficiente. Grande è pericoloso".

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