L'Isola che brucia. Coldiretti: 15 anni per ricostruire boschi ridotti in cenere

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31 ago 2020

L'estate è ormai sempre più sinonimo di stagione dei fuochi. Anche quest'anno le fiamme hanno avuto sulla Sardegna un impatto devastante

Di: Giammaria Lavena

Anche quest'anno l'Isola ha subito un durissimo colpo sul fronte incendi. Le fiamme divampate sul territorio hanno causato danni incalcolabili. A pagare caro prezzo sono state principalmente le aziende agricole, esposte in prima linea a questa calamità. Perdita di pascoli, scorte foraggere, recinzioni e danni ai boschi sono alcune delle conseguenze di questa piaga dilagante.

"Il mio umore in questi giorni è nero come le colline e i pascoli divorati dal fuoco - racconta il presidente Coldiretti della sezione di Trinità D’Agultu, Sebastiano Suelzu, che ha visto nei giorni scorsi bruciare i terreni della sua azienda -. Ho visto, e non è purtroppo la prima volta, tanto lavoro e tanti sacrifici andati letteralmente in fumo. Dovrò fare nuovi investimenti per recinzioni e acquisto di foraggio per sopperire alla mancanza di pascolo. Spero che chi ha provocato tutto questo venga assicurato alla giustizia".

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La macchina della solidarietà del mondo agricolo è sempre pronta per cercare di alleviare le perdite dei colleghi. "Ma è chiaro che non basta perché il fuoco provoca tante perdite", spiega il presidente di Coldiretti Nord Sardegna, Battista Cualbu, che nei giorni scorsi ha firmato come presidente regionale dell’Organizzazione agricola la lettera inviata al presidente della Regione Solinas e agli assessori all'Ambiente e Agricoltura, per chiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale per evento eccezionale catastrofico.

Anche quest’anno i numerosi incendi (il 60% dei quali – secondo una stima Coldiretti - sono di origine dolosa) hanno colpito duramente in tutto il territorio regionale numerose aziende agricole. Ettari di sugherete, olivi, pascoli, scorte di foraggio, e strutture sono andati in fiamme, e numerosi capi di bestiame devastati. "Alla Regione - prosegue Cualbu - abbiamo chiesto l’attivazione degli aiuti previsti dal Psr con la sottomisura 8.3: (‘Sostegno alla prevenzione dei danni arrecati alle foreste da incendi, calamità naturali ed eventi catastrofici’) e dalla misura 5.2.1 (‘Sostegno investimenti in azioni di ripristino’, ‘per garantire in tempi brevissimi il ripristino dei danni e la ripresa ordinaria dell’attività agricola’)".

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Gli incendi ogni anno trasformano in cenere anche centinaia di ettari di bosco, mettendo a rischio uno dei polmoni forestali più importanti d’Italia, quello sardo, che rappresenta l’11% dell’intero patrimonio nazionale. Oltre il 50% della superficie sarda è occupata infatti dal bosco (la media nazionale è di poco sotto il 35%). Per ricostituire i boschi ridotti in cenere ci vorranno fino a 15 anni; è la stima di Coldiretti.

"Un costo drammatico - conclude il direttore di Coldiretti Nord Sardegna, Ermanno Mazzetti -. Come abbiamo chiesto a livello nazionale occorre investire in prevenzione, sorveglianza e soprattutto in educazione ambientale sul valore inestimabile di un patrimonio determinante per la biodiversità e per la stabilità idrogeologica del territorio. Ed un ruolo di primo piano può e deve essere svolto dalle aziende agricole, vere sentinelle e conoscitrici del territori".

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