Magomadas. Monumento a Dimonios, intervista all’autore dell’Inno della Brigata Sassari, Col. Luciano Sechi

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12 ott 2020

Sono versi forti e coinvolgenti

Di: Dante Tangianu (Generale in pensione)

Davanti al monumento ai caduti, a Magomadas, solidale quanto silenzioso e austero borgo della Planargia, dal 29 settembre 2017 ha trovato la sua naturale residenza, resa immortale da una scultura su pietra, un’altra pagina di Storia della gloriosa e pluridecorata Brigata Sassari.

È quella dell’ Inno, Dimonios, della Grande Unità sarda dell’Esercito Italiano.

Inno che, nato nel 1994, risuona, rievocando sentimenti ed emozioni, non solo nel cuore e nella mente dei soldati della Brigata, ma di tutti i sardi. Che hanno accolto e fatto proprio, da subito, lo spirito profondo e intenso di Dimonios.

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Un Inno dalle parole scolpite oggi, anche sulla pietra, appunto. Sono versi forti e coinvolgenti. I quali, unitamente a una melodia dalla carica insistente quanto ineluttabile, vogliono essere un incitamento e un urlo comune che a sua volta fa riecheggiare, dentro ognuno di noi, le grida di orgoglio e di appartenenza, così come la forza e la fierezza, dei nostri soldati sul fronte della Grande Guerra.

Dimonios è andato oltre quella colonna sonora bella e toccante da ascoltare soltanto durante le cerimonie e ricorrenze militari. È diventato un’emozione quotidiana per tutti i sardi. E a buona ragione, dunque, la banda della Brigata Sassari è spesso presente anche in occasione di importanti eventi culturali che ripercorrono diversi spaccati delle nostre tradizioni.

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Altre bande, cori o formazioni musicali della Sardegna, hanno Dimonios come una costante del loro repertorio. È un’icona del nostro respiro comunitario. È il lascito spirituale che abbiamo ereditato dai nostri valorosi soldati della Grande Guerra, il cui sacrificio, rievocato dallo stesso Inno in termini incalzanti e perentori di coraggio, di forza e di fedeltà ai valori di appartenenza, è sempre presente nei nostri cuori.

Ebbene, il comune di Magomadas, oggi, ha il merito e l’orgoglio di aver materializzato il contenuto e lo spirito di Dimonios in una scultura che è lì, di fronte al monumento ai caduti, per rappresentare, con l’arte dei sentimenti e delle emozioni, la continuità storica della Brigata Sassari, che con l’Inno ha aggiunto un’altra pagina in onore dei Diavoli Rossi.

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Pagina a cui pensò, nel 1994, il primo comandante sardo della stessa Brigata, generale Nicolò Manca, ricostituita appena 5 anni prima. Il pensiero di Manca, uomo concreto e diretto, diventò subito operativo. Per la realizzazione del suo progetto, gli fu segnalato un ufficiale, il capitano Sechi di Magomadas, del 45° Reggimento di Macomer.

Lo stesso Sechi, per quanto di fronte a un incarico fuori dagli schemi istituzionali, non si lasciò intimorire dall’ordine perentorio del suo comandante di scrivere un Inno per la Brigata Sassari. Il capitano, egli stesso poeta in limba e musicista, forte di una cultura ricca di valori e di una storia personale con radici famigliari di origini militari, interpretò in modo sublime, con parole e musica, lo spirito, il carattere e l’animo dei Diavoli Rossi.

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Ecco perché Dimonios piace a tutti e ovunque. Proprio così, in tutto il mondo, là dove ci siano i nostri conterranei e i loro discendenti.

Certo, Magomadas ha risposto con gratitudine al colonnello Luciano Sechi, uno dei suoi figli. E lo ha fatto attraverso un simbolico libro scolpito sul bianco marmo di Orosei che, adagiato dolcemente su una possente roccia locale di basalto, si apre come un velo sulla pagina dove sono scavate le parole immortali di Dimonios.

Sechi, oggi ufficiale in pensione, è fiero e orgoglioso della sua gente, non si è mai staccato dalla sua comunità, verso la quale non ha neppure mancato di essere sempre disponibile con il suo forte impegno civico e intellettuale, caratterizzato dall’umiltà e dalla modestia di un uomo semplice quanto buono.

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Prima di lasciare, in una sorta di post scriptum, il lettore all’ascolto delle belle e significative parole del colonnello Sechi stretto al fianco della sua divina creatura, chiedo venia per un cedimento personale del cronista di fronte a tanta magnificenza, quale quella esaltata da tutti sull’Inno di Dimonios e dei suoi protagonisti, di ieri e di oggi. Dal settembre del 1992 al dicembre del 1995, ho prestato servizio alla Brigata Sassari in qualità di capo dei servizi di commissariato. Dal punto di vista umano e professionale, è stato uno dei periodi più belli della mia vita, anche grazie al comandante illuminato di allora, il generale Nicolò Manca, e alla presenza del colonnello Luciano Sechi, amico e sempre integerrimo interlocutore.

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Nella foto: al centro il nonno del colonnello Sechi, Costantino Sotgiu, classe 1895.

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