Emergenza idrica, in Sardegna invasi poco sopra il 57%
Per la siccità in Ogliastra la Regione ha avviato l’iter per la dichiarazione di stato di calamità
Di: Redazione Sardegna Live
L'emergenza idrica continua a preoccupare i diversi territori della Sardegna, soprattutto quelli dove i bacini artificiali non sono interconnessi tra loro. Le piogge sono ormai un lontano ricordo e l’ultimo report dell'autorità di bacino regionale, relativo al 30 giugno, è desolante: gli invasi sardi sono pieni al 57,4% (con 5 punti percentuali persi tra maggio e giugno).
In termini assoluti l'Isola aveva a disposizione 1048.06 milioni di metri cubi ma ora - anche se la prossima rilevazione sarà fatta solo agli inizi di agosto - la situazione sembra essere più preoccupante.
A soffrire maggiormente la sete sono le campagne della parte centro orientale, l'Ogliastra - dove la Regione ha avviato l'iter per la dichiarazione di stato di calamità regionale - e parte del Nuorese, ma c'è anche chi sta peggio, come il Sulcis. L'estate, sul fronte delle utenze residenziali e turistiche, dovrebbe essere salva, ma lo stop all'irrigazione è già arrivato nei campi da nord a sud della regione. Dal Sarrabus, all'Oristanese, all'Ogliastra, sino al distretto di Posada (dove il bacino di Maccheronis era al 26,8%) e nelle campagne di Torpè, Siniscola, San Teodoro e Budoni.
Proprio il comune di Budoni ha puntato al ripristino di alcuni vecchi pozzi per alimentare il potabilizzatore e verrà installato, nella frazione di Ottiolu, un dissalatore che andrà a recuperare l'acqua marina con un gettito di 20 litri al secondo.
Intanto la Regione ha stanziato quasi 3 milioni di euro per una serie di misure, strutturali e non, da mettere in atto per mitigare gli effetti della crisi idrica particolarmente grave nel sistema Posada, alimentato dal serbatoio di Maccheronis (che serve appunto i territori di Torpè, Posada, Budoni e San Teodoro).