Senza contratto da oltre 7 anni, in piazza a Sassari e Cagliari, ci sono i lavoratori delle imprese di pulizie

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13-11-2020

Al loro fianco i sindacati di categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti: ecco cosa hanno chiesto al sit in

Di: Alessandro Congia

Oggi, per l’intera giornata, sciopereranno in tutta Italia gli oltre 600mila lavoratrici e lavoratori del comparto delle imprese di pulizia, servizi integrati e multiservizi. La mobilitazione, articolata con presidi e mobilitazioni da nord a sud, nelle zone rosse ed arancioni nel rispetto delle norme anti Covid-19, è stata indetta dai sindacati di categoria da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti. E’ stato comunque garantito lo svolgimento delle prestazioni indispensabili nei luoghi individuati dalla normativa vigente, considerata anche la recrudescenza dei contagi delle ultime settimane.

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Le tre organizzazioni sindacali stigmatizzano il comportamento delle associazioni imprenditoriali di settore - Anip Confindustria, Confcooperative Lavoro e servizi, Legacoop Produzione e Servizi, Unionservizi Confapi e Agci Servizi - che hanno strumentalmente prodotto la dilatazione dei tempi negoziali, messo in discussione diritti e tutele dei lavoratori del settore e la definizione di un aumento salariale congruo e dignitoso, senza dare ancora riscontro concreto alle sollecitazioni per concludere positivamente il percorso di rinnovo del contratto nazionale di lavoro.

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti puntano il dito contro la posizione delle rappresentanze datoriali del settore, che operano prevalentemente negli appalti pubblici, nei presidi ospedalieri, Rsa, case di cura, scuole, università, tribunali, fabbriche e uffici pubblici e privati dove i lavoratori del multiservizi svolgono un ruolo indispensabile anche per il contenimento del contagio, e si espongono in prima linea per garantirne l’accessibilità che diversamente non sarebbe possibile in sicurezza senza sanificazione e pulizia.

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L’emergenza sanitaria ha solo evidenziato l’importanza del ruolo di questi lavoratori, per il 70% donne con salari esigui, orari spesso ridotti, carichi di lavoro pesanti e condizioni di lavoro difficili in molte realtà che in ambito sanitario, come i medici e gli infermieri, sono stati definiti cavalieri ed eroi, che non cercano titoli, ma rivendicano il giusto riconoscimento del loro lavoro e di maggiori diritti e tutele. con il rinnovo del contratto nazionale.
Il settore del multiservizi è molto cresciuto negli ultimi anni per processi di esternalizzazione sempre più spinti anche da parte dello Stato e, con l’emergenza sanitaria, ha consistentemente incrementato attività e fatturato. Un settore che è spesso alla ribalta delle cronache non per la parte più sana delle imprese e dove il sistema degli appalti non è spesso sinonimo di qualità del servizio e di qualità del lavoro.

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I sindacati chiedono alle associazioni datoriali un segnale diverso per modificare questa situazione, a partire dal rinnovo del contratto nazionale per riconoscere il valore delle lavoratrici e dei lavoratori che svolgono un servizio sempre più essenziale per il paese. Qualora questa volontà e responsabilità venisse a mancare proprio da parte delle associazioni datoriali, per i sindacati diventerebbe ancora più necessario ripensare la gestione dei servizi pubblici in appalto.

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