Maltrattamenti nella casa di riposo: "Mio padre era molto sporco, maltrattato e abbandonato"

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01-03-2017

"Mio padre, ospite della casa di riposo per alcuni mesi...

Di: Redazione Sardegna Live

"Mio padre, ospite della casa di riposo per alcuni mesi nell'estate 2013, si lamentava in continuazione, aveva il catetere e non beveva abbastanza, era molto sporco, maltrattato e abbandonato".

A parlare sul banco dei testimoni nel processo a Nuoro sulla casa di riposo-lager di via Aosta, è Angelina Granara, figlia di Nicola, un anziano morto per disidratazione nell'agosto 2013 mentre era ospite della struttura "Residenza famiglia".

Gli imputati sono Rosanna Serra e Gianluigi Masala rispettivamente direttrice e presidente della casa di riposo. A entrambi vengono contestati i reati di abbandono di incapace, somministrazione di farmaci scaduti e omicidio colposo. Quattro i testi chiamati a deporre dal Pm Giorgio Bocciarelli: oltre a Granara, è stata sentita Maria Grazia Errica, figlia di un'altra anziana ospite, Angelo Ambrosio, ingegnere dei Vigili del fuoco di Nuoro che ha effettuato un sopralluogo nella struttura nel 2015, e Gesuina Vilia, operatrice socio sanitaria.

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Quest'ultima, in particolare, ha raccontato una serie di episodi che gettano più di un'ombra sulla gestione interna. "C'era un gruppo di fedelissimi della direttrice che impartiva le direttive a tutti - ha ricostruito Vilia, che ha lavorato nella Residenza famiglia nel 2013 - Mi è capitato di vedere qualcuno di loro intervenire in maniera violenta per convincere un anziano che si rifiutava di farsi fare la doccia, l'uomo è poi deceduto.

Per il resto ricordo che i pasti erano insufficienti e una parte veniva portato via dal personale di fiducia della direttrice. Noi operatori ci dovevamo anche portare da casa l'occorrente per l'igiene degli ospiti". "Il sistema antincendio non era a norma - ha rivelato il vigile del fuoco - e le uscite di emergenza bloccate da divani". Prossima udienza il 28 marzo.

L'inchiesta è stata avviata dopo il suicidio di un'anziana ed è culminata con il sequestro della struttura nel luglio 2015. Una seconda tranche nasce, invece, dal video-choc ricavato dalle telecamere posizionate dalla Questura di Nuoro nella casa di riposo, filmato che ha portato all'arresto della direttrice e di due infermieri e all'obbligo di dimora per altri tre operatori.

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