Zone interne al capolinea. Basterà il Masterplan della Regione?

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15 ott 2016

Zone interne della Sardegna: tutto da rifare. Le strategie politiche degli ultimi vent'anni non hanno prodotto alcun risultato. E il disastro è sotto gli occhi di tutti.

Di: Redazione Sardegna Live

Zone interne della Sardegna: tutto da rifare. Le strategie politiche degli ultimi vent’anni non hanno prodotto alcun risultato. E il disastro è sotto gli occhi di tutti. E’ il quadro sconfortante emerso ieri mattina a Fonni, durante l’incontro “ Un masterplan per le zone interne” organizzato da Confindustria nuorese. Anche se il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru ha annunciato la disponibilità di circa 150 milioni di euro per programmare il rilancio. <<Dobbiamo fare regia, piuttosto che creare un’altra scatola separata>> ha detto Pigliaru, bocciando la richiesta di un assessorato ad hoc. <<Siamo qui per rimboccarci le maniche e lavorare sulle idee che siano in grado di ribaltare la situazione>>.

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LE CIFRE. Il presidente di Confindustria Sardegna Centrale, Roberto Bornioli, delinea i termini di un dramma che si consuma nella sua attualità e ricorda che il nuorese dal 2001 al 2011 ha perso quasi 6 mila abitanti, mentre oltre duemila e trecento imprese hanno chiuso i battenti dal 2008 al 2015. Ogni giorno le cronache del centro Sardegna registrano il deteriorarsi della qualità della vita: le strade dissestate per mancata manutenzione, le strutture scolastiche fatiscenti, i servizi continuamente ridimensionati, i tagli alla sanità, la precarietà dei trasporti. Senza dimenticare l’annoso problema dello spopolamento. Stavolta sono gli imprenditori che vivono e operano nelle zone interne a presentare sul tavolo del dibattito le loro difficoltà, che sembrano destinate a spegnere anche le speranze nel futuro.

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TESTIMONIANZE. <<Abbiamo grossi problemi di viabilità, per non parlare delle condizioni delle zone PIP. Ci sono aree non coperte dalla linea internet o telefonica>>: Mario Masini, del Biscottificio Tipico di Fonni ha sottolineato che nell’aria dove si trova a lavorare ci sono molte carenze. Massimiliano Meloni, Fattorie Gennargentu, ha chiesto che i costi del trasporto merci possano essere rivisti. <<Non possiamo spendere 0,25 euro al chilo a fronte dei nostri competitor che ne spendono 0,10>>. Nina Puddu, dei Fratelli Puddu di Oliena che producono salumi e vino, evidenzia i problemi legati alla peste suina, mentre Eleonora Porru, del torronificio Licanias de Sardigna di Tonara, chiede un marchio di qualità del Gennargentu. La Suber Extra di Franco Moro, che ha sede a Ovodda, nel corso degli anni ha resistito tra mille difficoltà investendo in innovazione, tecnologica e risorse umane per fronteggiare un mercato sempre più competitivo. E Pietrina Lecca, dell’hotel Orlando resort di Villagrande, ha chiesto di sostenere il turismo e gli investimenti legati al grande patrimonio della longevità. Una giovane studentessa dell’Istituto professionale per l’agricoltura e lo sviluppo rurale di Sorgono ha chiesto al presidente Pigliaru un intervento immediato per salvare il convitto. <<Alcuni miei compagni hanno già smesso di frequentare le lezioni perché i trasporti pubblici non garantiscono i collegamenti e non sanno come tornare a casa>>. Il presidente della Regione ha fatto sapere che si è già attivato per chiedere una deroga per scongiurare la chiusura del convitto. L’associazione degli industriali della Sardegna Centrale, durante l’incontro “Un masterplan per le zone interne”, ha sollecitato interventi incisivi e strutturali che diano un segnale chiaro della volontà della Giunta regionale di porre i cittadini e le imprese di questi territori al centro dell’agenda politica.

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Il presidente Bornioli ha ribadito al presidente della Regione le sei idee chiave per la rinascita. <<In linea con quanto accade a livello nazionale - ha spiegato Bornioli - è importante attivare un assessorato per le aree interne, un‘agenzia o un dipartimento, una struttura operativa dotata di competenze tecniche e risorse finanziarie proprie >>. Proposta non accolta. << E’ necessario –continua Bornioli- poter godere di una fiscalità di vantaggio, realizzare infrastrutture per la competitività e decentrare gli enti amministrativi e politici sul territorio senza dimenticare la risorsa straordinaria data dall’ambiente e dall’agroalimentare d’eccellenza. Tutto ciò, unito alla cultura, può davvero costitu

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