A Uta boss mafiosi e camorristi. La denuncia del deputato sardo Mauro Pili

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02 set 2016

“Hanno approfittato di terremoto e sbarchi di migranti per far il blitz mafioso camorristico. I boss sono arrivati alla spicciolata in meno di una settimana. A stamane la conta nel braccio di alta sicurezza denominato inopportunamente Arborea nella struttura penitenziaria, nata per essere casa circondariale, segnava 20 capi di Cosa Nostra e Camorra, tra cui diversi del clan dei casalesi".

Di: Redazione Sardegna Live

“Hanno approfittato di terremoto e sbarchi di migranti per far il blitz mafioso camorristico. I boss sono arrivati alla spicciolata in meno di una settimana. A stamane la conta nel braccio di alta sicurezza denominato inopportunamente Arborea nella struttura penitenziaria, nata per essere casa circondariale, segnava 20 capi di Cosa Nostra e Camorra, tra cui diversi del clan dei casalesi".

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La denuncia è del deputato di Unidos Mauro Pili che annuncia anche una visita ispettiva nel carcere di Uta per accertare personalmente la situazione della struttura e verificare i nuovi arrivi.

"Il blitz ferragostano è andato in porto anche se nelle prossime ore dovrebbero completare l’operazione con altri 20 capi clan e cosca. Nomi di primo piano della malavita organizzata che ora occupano il braccio speciale recuperato in fretta e furia dopo la decisione gravissima del ministro della Giustizia che ha trasformato il carcere circondariale di Uta in una sezione per mafiosi e camorristi. Tutto questo contravvenendo alle regole che impongono la netta separazione tra i detenuti Alta Sicurezza e quelli ordinari. Aver isolato con inutili accorgimenti il braccio Arborea è sintomatico di una gestione approssimativa della struttura carceraria. L’unica precauzione messa in campo è un nastro specchiato apposto sulle porte d’ingresso del reparto dedicato agli A.S. Ma la tensione comincia già a salire per il tipo di personaggi giunti ad Uta. E il primo problema è l’utilizzo della palestra. I boss hanno chiesto di poterne usufruire, ma ci sono solo 12 postazioni per oltre 500 detenuti. Le regole vietano qualsiasi tipo di contatto tra i boss e i detenuti ordinari. Il tema più grave è, però, quello del seguito di questi boss e le conseguenti infiltrazioni mafiose. I personaggi già sbarcati ad Uta sono di primo piano a partire da uno dei capi dei Casalesi Salvatore Ferrara, detto Sasà, 45enne originario di Casal di Principe, nativo di Napoli, finito in manette insieme ad altre dieci persone, perché sospettato di essere parte di un’associazione a delinquere a carattere transnazionale volta a commettere una serie indeterminata di reati attraverso una rete illegale di gioco on line sino ad arrivare al capo clan di Forcella Fernando Schlemmer ”.

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“Familiari e adepti – ha detto Pili - potrebbero decidere di spostarsi a soggiornare nelle zone limitrofe al carcere con tutto quello che ne consegue. E’ del resto lo stesso ministero nelle relazioni riservate a segnalare il problema infiltrazioni proprio in conseguenza della stanzialità di numerosi familiari che diventano di fatto ufficiali di collegamento sino ad estendere sul territorio di detenzione i loro interessi malavitosi. Con questo nuovo blitz il ministero ha di fatto trasformato tutti i carceri della Sardegna in strutture di alta sicurezza per mafia e camorra. Dopo Oristano e Tempio, il 41 bis di Sassari, adesso anche Uta diventa carcere speciale. Si tratta di una decisione folle e pericolosissima di un governo spregiudicato che sta trasformando la Sardegna in una vera e propria cajenna mafiosa e camorristica”.

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“Il blitz era stato firmato dal direttore generale del Ministero della giustizia – Direzione generale detenuti e del trattamento il 3 agosto con una disposizione secca: l’intero reparto “Arborea” deve essere evacuato dai detenuti ordinari e destinato esclusivamente ai detenuti di alta sicurezza che arriveranno nelle prossime ore a Uta. In pochi giorni il carcere di Uta è stato trasformato in una vera e propria cajenna mafiosa. Almeno 40 saranno alla fine i detenuti in regime di alta sicurezza legati a mafia, camorra e ‘ndrangheta assegnati al carcere di Uta. In silenzio, e a sotto ferragosto il blitz del governo che ha deciso di trasformare il carcere di Uta in uno degli istituti destinati ai più pericolosi criminali delle organizzazioni mafiose. Allarme tra gli agenti penitenziari e tra i cittadini. Tutto questo sposterà nel cagliaritano la presenza dei familiari dei detenuti mafiosi e non solo. Ora più che mai – ha detto Pili - il rischio infiltrazioni è gravissimo. E’ una decisione inaudita che stravolge la stessa natura del carcere destinato a detenuti ordinari. Un carcere dove la promiscuità tra detenuti ordinari e quelli di alta sicurezza sarà la costante. Una scelta di una gravità tale che conferma la spregiudicatezza del ministero della g

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