Don’t look up: un asteroide metafora del Covid e dell’inquinamento ambientale

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02 gen 2022

Il regista Adam McKay ha messo in scena quel che nelle ultime ore è classificato il film dell’anno. Un film che ritrae non solo una società negazionista e individualista, ma anche la manipolazione politica e mediatica, gli uomini d'affari e i politici senza scrupoli

Di: Ilaria Cardia

Un cast stellare con Leonardo DiCaprio, Jennifer Lawrence, Ariana Grande, Meryl Streep, Chris Evans e tanti altri che ha portato in scena un’opera unica.

LA TRAMA - Un asteroide, con traiettoria verso il pienata, viene scoperto e individualizzato dalla dottoranda in astronomia Kate Dibiasky (J. Lawrence). Insieme al suo professore Randall Mindy (L. DiCaprio) ne studiano le dimensioni, la velocità e la direzione. Accortosi che l’asteroide potrebbe portare all’estinzione della razza umana dopo l’impatto con la terra, i due si affaticano per esser creduti dalla comunità scientifica, la politica americana, i media e la popolazione mondiale.

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Se nella prima parte del film lo spettatore ride e ridicolizza le bizzarre scelte dei protagonisti o della società, dalla seconda parte, inizia a riconoscere quei comportamenti. Infatti, come fosse un grande déjà vu, si ripensa alla pandemia o ai problemi climatici sempre più dibattuti: gli scienziati da una parte che portano dati, studi e vanno nelle trasmissioni televisive per sensibilizzare gli spettatori e la popolazione mondiale dall’altra, pronta a smorzare la paura sui Social, ridicolizzando e negando l’affidabilità della scienza al grido “Don’t look up” – Non guardare su. Quest’ultimo slogan, nel film, viene lanciato dalla Presidentessa Americana Meryl Streep nel disperato tentativo di non far rivolgere lo sguardo dei cittadini verso il cielo, tentando di alimentare il negazionismo, altrimenti sconfitto dalla realtà dei fatti; la stessa si dimostra totalmente incapace nel suo ruolo e unicamente interessata a favorire le grandi aziende nel profitto a discapito della popolazione mondale.

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Lo stesso DiCaprio ha dichiarato: "Spesso, nella mia carriera, ho cercato un film che avesse un sottofondo ambientale come Don't Look Up. Quello che il regista ha fatto di così brillante è stato usare una cometa che si dirige verso la Terra e la reazione dell'essere umano a un livello scientifico- politico come analogia tra la cultura moderna e la nostra incapacità di ascoltare la comunità scientifica. Mi ha davvero ricordato com'è per gli scienziati del clima, che devono affrontare ogni giorno lo scetticismo della gente. Molte di queste cose stanno lentamente diventando irreversibili. Se non votiamo per i leader giusti e se non sosteniamo la mitigazione del clima, avremo un destino molto simile a quello del film. Stiamo vedendo tutto ciò che gli scienziati ci hanno detto negli ultimi decenni. Non è che non stiamo ascoltando, semplicemente non stiamo prendendo le misure necessarie. La crisi climatica è la questione più importante che abbia mai affrontato l'umanità nella storia.”

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Il film è una grande satira pungente sul negazionismo, i social media e l'incapacità politica di gestire il pianeta. Colpisce anche la trasformazione del protagonista Randall Mindy (L. DiCaprio); l’impacciato professore di astronomia ripiegato nella seconda parte come divulgatore ed esperto del possibile cataclisma. L’uomo lascia il suo laboratorio e la famiglia per i salotti e le promozioni televisive catapultando la sua vita in una dimensione opposta alla precedente, cancellando la semplice quotidianità in cui aveva sempre vissuto. Viene definito oltretutto scienziato più sexy d’America e fa sorridere ripensare che proprio nel nostro Paese le stesse sfilate televisive o le stesse definizioni siano state utilizzate con i nostri virologi.

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Data la matrice, il film prende tanti spunti e fa svariati riferimenti all’immaginario americano: la ricerca sfrenata dell’eroe, nonostante l’inutilità per le circostanze; il mondo che rischia un attacco dall’esterno e l’America si prende carico di risolvere il problema per tutti; la scienziata protagonista Kate Dibiasky (J. Lawrence) che viene tacciata e additata come pazza; i complotti (eh si, perché l’America ne è la patria indiscussa).

Tralasciamo volutamente il racconto e l’analisi del finale, altrettanto significativo come il resto del film, per consentirvi la visione della sceneggiatura fantascientifica ma assurdamente attuale e reale mai realizzata. Buona visione.

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