Come previsto dagli esperti il frammento del razzo cinese è caduto nell’Oceano Atlantico

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12 mag 2020

Si tratta di una parte del razzo “5B Long March”, lanciato in orbita il 5 maggio

Di: Redazione Sardegna Live

Come previsto dagli esperti nei giorni scorsi il frammento del razzo cinese è caduto nell’Oceano Atlantico, al largo della Mauritania. Gli esperti dell’Inaf, l’Istituto Nazionale di Astrofisica, lo hanno definito - in un articolo apparso sul proprio portale - “l’oggetto più massiccio degli ultimi decenni rientrato nell’atmosfera terrestre in modo incontrollato”. Si tratta di un frammento del razzo “5B Long March” della Cina, lanciato in orbita il 5 maggio insieme al prototipo, sempre cinese, di una capsula per equipaggio di nuova generazione.

A confermarlo è stato anche un tweet dello Space control Squadron della della Difesa americana. L’evento era comunque previsto dagli esperti. Secondo Luciano Anselmo, esperto di detriti spaziali del Cnr, il relitto avrebbe dovuto cadere in una zona del nostro pianeta compresa tra Australia, Africa e Stati Uniti, mentre l'Europa e l'Italia sarebbero state comunque al sicuro. Già a partire da sabato scorso, conferma ancora l’Inaf, lo stadio del razzo è stato sotto osservazione da vari radar terrestri, “mentre percorreva fuori controllo un’orbita ellittica attorno alla Terra compresa tra 150 e 270 chilometri di quota”.

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Un ruolo importante, in questa vicenda, lo ha svolto anche l’Italia che dal 2015 fa parte del progetto europeo di sorveglianza spaziale e tracciamento “Eusst”. In Europa, dicono gli esperti, il razzo cinese è stato visibile solamente ai radar italiani, francesi e spagnoli, a causa dell’inclinazione della sua orbita e per quanto riguarda il nostro Paese protagonista del monitoraggio è stato il radiotelescopio Croce del Nord, situato a Medicina, in provincia di Bologna.

L’ultimo passaggio del razzo sull’Italia si era verificato nella mattinata di ieri e la soddisfazione degli esperti italiani riguarda il fatto che, secondo specifici calcoli, questo passaggio nei nostri cieli era stato previsto proprio per le 11:32 dell’11 maggio, con uno scarto di pochi secondi.

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