Referendum insularità, parla Anthony Muroni: "Non era lo strumento giusto"

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31 gen 2018

Il Coordinatore della lista AutodetermiNatzione: "Serviva una semplice notifica da parte del Parlamento italiano, che però non è mai arrivata"

Di: Redazione Sardegna Live

IlCoordinatore della lista AutodetermiNatzione e candidato al Senato nel collegio plurinominale, Anthony Muroni, interviene in merito alla bocciatura, da parte dell’Ufficio regionale del referendum, del quesito sull'insularità della Sardegna, proposto dal Comitato per l’inserimento del principio di insularità nella costituzione e che ha registrato 92.000 firme raccolte.

“Avevamo detto – dice Muroni - che lo strumento del referendum non era il più giusto e che inserire l’insularità in Costituzione era una richiesta strumentale.

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Il mancato riconoscimento dell’insularità da parte dell’Unione Europea è un problema che esiste, è reale. Alla Sardegna deve essere dato ciò che le spetta perché è una zona svantaggiata in quanto isola. Ma per questo non serviva un referendum ma una semplice notifica da parte del Parlamento italiano, che però non è mai arrivata.

Il Parlamento italiano in 15 anni non ha mai trovato il tempo di elaborare e approvare questa notifica. Ma chi si è seduto sugli scranni Montecitorio e Palazzo Madama in questi anni? Esponenti isolani del centrodestra e centrosinistra che sono stati tra i promotori di questo referendum. Resta dunque da capire – sostiene ilCoordinatore della lista AutodetermiNatzione

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- come mai in così tanto tempo i parlamentari sardi non abbiano trovato il tempo di convincere i loro colleghi dei partiti italiani della necessità impellente per la Sardegna di questo riconoscimento”.

“Inoltre – continua il candidato al Senato nel collegio plurinominale - non si capisce come mai l’approvazione di questa notifica non sia diventata un punto dirimente di una vertenza tra la Giunta Regionale e il Governo Italiano. Questo era lo strumento giusto per arrivare al risultato! Invece negli incontri che si sono succeduti tra Villa Devoto e Palazzo Chigi questo argomento è sempre rimasto fuori dai tavoli. Per questo motivo quella del referendum si trattava di un’iniziativa strumentale. Abbiamo rispetto della forza che originariamente lo ha proposto, i Riformatori, ma soprattutto

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abbiamo rispetto dei 92 mila sardi che hanno firmato per richiederlo. Il referendum era semplicemente uno strumento sbagliato, perché se il Parlamento non riesce a mettersi d’accordo per elaborare una notifica come è possibile che possa affrontare la procedura aggravata, con quattro letture diverse e altrettante votazioni favorevoli per cambiare una legge Costituzionale?

Ecco perché la lotta non dev’essere quella dell’inserimento dell’Insularità in Costituzione”.

“Lo status di insularità – sottolinea Muroni - altro non è che il riconoscimento da parte dell’Unione Europea di zona svantaggiata. Dunque la Sardegna, come aderente all’Europa ha diritto alle correzioni delle storture del sistema legato ai trasporti e all’energia

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(che impropriamente vengono chiamate “deroghe agli aiuti di Stato”). Se noi eleggeremo parlamentari, se noi governeremo la regione dal 2019 avremo tra gli obiettivi principali quello di costringere il Parlamento Italiano ad approvare la notifica necessaria per il riconoscimento da parte dell’Unione Europea delle deroghe a correggere il libero mercato”.

Il giornalista coglie l’occasione per ricordare un importante appuntamento: domenica 4 febbraio a Nuoro, nell’auditorium del Museo Etnografico Regionale (in via Antonio Mereu 56) e si terrà per la presentazione ufficiale di Progetto AutodetermiNatzione e dei suoi 21 candidati alle elezioni politiche.

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