Vicenda accantonamenti. La Regione: «Dal governo una lettera spedita con posta ordinaria, arrivata a termini scaduti e priva di proposte»

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06-02-2019

«È datata 22 gennaio, è firmata dal ministro dell’Economia Tria ed è arrivata eri in serata negli uffici dell’Assessorato del Bilancio, sotto forma di lettera cartacea, spedita con posta ordinaria, dopo 20 giorni, La “risposta” del Governo in tema di accantonamenti non contiene né una proposta, né una data per un incontro, né il minimo riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale dell’11 gennaio, con cui i giudici danno ragione alla Sardegna e invitano il Governo a trovare un accordo equo in termini di accantonamenti senza esercitare “principi tiranni” per la necessità di salvaguardare le casse nazionali».

Di: Antonio Caria

«È datata 22 gennaio, è firmata dal ministro dell’Economia Tria ed è arrivata eri in serata negli uffici dell’Assessorato del Bilancio, sotto forma di lettera cartacea, spedita con posta ordinaria, dopo 20 giorni, La “risposta” del Governo in tema di accantonamenti non contiene né una proposta, né una data per un incontro, né il minimo riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale dell’11 gennaio, con cui i giudici danno ragione alla Sardegna e invitano il Governo a trovare un accordo equo in termini di accantonamenti senza esercitare “principi tiranni” per la necessità di salvaguardare le casse nazionali».

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È quanto si legge in un comunicato stampa della Regione Sardegna sulla vicenda degli accantonamenti. Una querelle che va avanti dall’11 gennaio di quest’anno quando la Corte Costituzionale ha dato ragione alla Sardegna sul ricorso contro l’ultima Finanziaria del Governo Gentiloni. I giudici, infatti, hanno dichiarato illegittimo l’articolo 1 comma 851 della legge di bilancio 2018.

«Nella lettera – si legge ancora nella nota – viene inoltre ribadito il 31 gennaio come termine ultimo per l’intesa (termine fissato in Finanziaria nazionale dallo stesso Governo), da raggiungere dopo un incontro auspicato dallo stesso ministro ma che si sarebbe dovuto tenere prima del 31 gennaio, e vengono riportati stralci della memoria difensiva del Governo in occasione della udienza dinanzi alla Corte».

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Nella risposta dell’Ente regionale, inviata tramite pec, vengono sottolineate le «Modalità irrituali della trasmissione della lettera e la sua tardiva ricezione» e, si legge al termine del comunicato, «Ricordando come nell’ultima sentenza della Corte stabilisce che il legittimo ordine dei rapporti economico-finanziari tra Stato e Regione deve essere ripristinato nella sostanza e non solo formalmente. La Regione si dichiara disponibile a riprendere la trattativa con lo Stato, come più volte chiesto attraverso numerose lettere rimaste senza risposta, ma ribadisce di aver comunque intrapreso iniziative utili per ottenere l’immediata esecuzione dell’ultima sentenza della Corte».

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