Funzioni Associate dei Piccoli Comuni. Anci Sardegna: “Soddisfatti per la sentenza della Corte Costituzionale”

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06-03-2019

Emiliano Deiana: “Le norme cassate miravano solamente alla cancellazione della democrazia nei comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti”

Di: Antonio Caria

In una nota, Anci Sardegna ha espresso soddisfazione per la sentenza della Corte Costituzionale che boccia inesorabilmente le previsioni normative sulle funzioni associate obbligatorie previste dal DL 78/2010 (Governo Berlusconi) e ribadite dalla normativa successiva fino alla L. 56 (Legge Delrio) e in Sardegna la LR 2/2016.

Secondo il Presidente Emiliano Deiana "L’obbligatorietà delle funzioni associate per i comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti rappresentava un grave vulnus democratico che la Corte Costituzionale ha giustamente cassato. I principi democratici di sussidiarietà e di autonomia non possono sottostare a indimostrati e indimostrabili contenimenti di bilancio né essere superati da quelli di adeguatezza e differenziazione".

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“Anci Sardegna – si legge nel comunicato – si è sempre battuta contro questa visione manichea delle istituzioni e contro un’impostazione nazionalmente accettata da parte del gruppo dirigente nazionale e, oggi, con la presidenza di Antonio Decaro, fortunatamente superata”.

“Anci Sardegna si batterà sempre per la collaborazione fra enti, in particolare quelli di più ridotte dimensioni, – prosegue la nota – per quanto riguarda la condivisione di servizi, ma respingerà sempre ogni tentativo - anche surrettizio - di cancellare i comuni più piccoli che in Sardegna rappresentano l’unico argine alla desertificazione istituzionale, civile, politica e umana. Per Anci Sardegna la Carta Europea delle Autonomie insieme alla Costituzione rappresentano un faro insostituibile su tutti i ragionamenti riguardanti gli assetti della democrazia locale”

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Sempre secondo Deiana "Le norme cassate dalla Corte Costituzionale miravano solamente alla cancellazione della democrazia nei comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti. Nessun’altra ragione sottostava all’approvazione di un sistema di norme punitivo rispetto alla democrazia locale ed era, trasversalmente accetta, da tutto l’arco costituzionale sia nel 2010 che alle successive elezioni del 2013".

“Solo la reazione tranquilla dei sindaci dei comuni più piccoli – aggiunge Anci Sardegna – ha respinto questo assalto alla democrazia locale che potrebbe ripresentarsi anche nel futuro. Per fortuna i comuni e le comunità hanno sviluppato anticorpi formidabili per riconoscere questa tendenza accentratrice ed antidemocratica. Per fortuna la Costituzione e lo Stato di Diritto rappresentano ancora un argine invalicabile contro questi tentativi di cancellazione dell’autonomia comunale”.

"Adesso spetta al Parlamento e, in Sardegna, al Consiglio Regionale – conclude Deiana – sanare queste storture con l’approvazione di regole semplici che valorizzino l’autonomia e la sussidiarietà."

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