Via della Seta. Cabras (M5S): “Con la Cina nessuna fuga in avanti ma solo il recupero di un ritardo storico”

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20-03-2019

Il deputato pentastellato: “Una cooperazione internazionale incentrata sull’aumento della connettività terrestre, marittima ed aerea in Asia, Europa, Africa e nel mondo intero”

Di: Antonio Caria

“Con la Cina non stiamo facendo una fuga in avanti, stiamo semmai recuperando un ritardo storico per il bene della nostra Repubblica”.

A dirlo ieri alla Camera il deputato del Movimento 5 Stelle Pino Cabras che rimarca: “il grande equivoco è che la Belt and Road Initiative sia una specie di nuovo Piano Marshall con obiettivi politici contrapposti ai rivali geopolitici della Cina. In realtà non è un piano di aiuti, ma è essenzialmente una cooperazione internazionale molto flessibile, incentrata sull’aumento della connettività terrestre, marittima ed aerea in Asia, Europa, Africa e nel mondo intero. La Cina non vuole i cambiamenti di campo geopolitico, né vuole imporre un modello di sviluppo ma adattarsi alle diversità, tanto nei paesi più poveri quanto presso le potenze industriali. Ebbene, tutti i paesi del mondo hanno imposto adattamenti agli accordi e tutti hanno fatto grandi affari”.

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Per il componente della Commissione Esteri “Se la Volkswagen vende in Cina più del doppio delle auto che vende in tutta Europa e se la Germania sta organizzando il traffico ferroviario in funzione della nuova Via della Seta, se la Francia e il Regno Unito hanno un interscambio con la Cina molte volte più voluminoso dell’Italia, allora gli allarmi contro l’Italia suonano come il lamento del concorrente pigliatutto. Non temono che Roma entri nell’orbita di Pechino. Temono che ci siano degli yüan fuori dalla loro orbita”. Per Cabras “non mi pare dunque che stiamo facendo una fuga in avanti. Stiamo semmai recuperando un ritardo storico, per il bene della nostra Repubblica”.

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Il parlamentare 5 Stelle attacca anche il Partito Democratico “Secondo cui l’Italia “rischia di diventare un protettorato della Repubblica Popolare Cinese. In un’intervista di Matteo Renzi alla tv cinese del 3 settembre 2016 l’allora premier diceva che «L’Italia vuole partecipare alla BRI». Nel forum One Belt one Road del 14 maggio 2017, l’allora presidente del Consiglio Gentiloni disse che primo obiettivo italiano era «far includere i nostri porti di Trieste e Genova come terminali della rotta marittima dalla Cina». A tutti gli eventi sulla BRI – aggiunge Cabras – partecipò il sottosegretario al ministero dello Sviluppo Economico del governo Gentiloni, che si era recato in Cina otto volte in undici mesi. Immagino non fosse per turismo. Com’è che invece oggi al Pd cambiano idea?” L’allarme più forte è stato lanciato in merito alle telecomunicazioni, contro il possibile dominio del 5G cinese. “Giusto, e il memorandum ne tiene conto, escludendolo” ha affermato Cabras. “Ma a Bruxelles chiedo perché allora non viene predisposta una sorta di nuovo Piano Delors per il 5G e l’Intelligenza artificiale, investendo tante decine di miliardi e dimenticando l’austerity e tutte le assurde regole sul deficit?”.

“Il memorandum d’intesa – conclude il deputato pentastellato – sarà la risultante dei nostri interessi e della nostra sicurezza, sarà il frutto di una presenza all’altezza della nuova globalizzazione. Il presidente del Consiglio ha ricordato oggi «la mancanza di visione» dell’Europa. Noi contribuiremo a una nuova visione”.

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