Vertenza latte. Satta (Progressisti): “Che fine hanno fatto i 18 milioni messi a disposizione dalla Regione Sardegna?”

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02 gen 2020

Il Consigliere regionale: “Non è più accettabile gestire il mondo agricolo in questo modo”

Di: Antonio Caria, fotografia Alessandro Congia

Con l’anno nuovo la speranza è quella di riuscire a trovare una definitiva soluzione alla delicata vicenda legata al prezzo del latte che va avanti, ormai da molti mesi. Una vicenda che ha visto contrapposti, da una parte i pastori e dall’altra gli industriali.

Per manifestare il loro malessere, i primi hanno dato vita a una protesta con lo sversamento di latte nelle strade. Dei giorni scorsi sono gli ultimi avvisi di garanzia. Sulla querelle latte, già da tempo, c’è una contrapposizione tra l’Assessora regionale all’Agricoltura, Gabriella Murgia, e il Consigliere regionale dei Progressisti e Sindaco di Tergu, Gianfranco Satta.

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La prima, nei giorni scorsi, ha dichiarato che “Noi non ci siamo dimenticati dei nostri pastori”, chiedendo l’intervento alla Ministra dell’Agricoltura Bellanova. Di oggi l’ultima presa di posizione del Consigliere: “Il periodo della crisi del prezzo del latte, una vicenda strumentalizzate sulla pelle degli agricoltori. E, a proposito, che fine hanno fatto i 18 milioni messi a disposizione dalla Regione Sardegna? Io non mi stancherò, e in ogni mio intervento che riguarderà questo tema farò la stessa domanda all'Assessore dell'Agricoltura, alla Giunta, al suo Presidente e a questa maggioranza”.

Satta aggiunge: “I 18 milioni messi a disposizione durante il periodo della crisi del latte da parte della Regione dove sono allocati? E se sono allocati, in quali capitoli di spesa della Regione Sardegna saranno opportunamente destinati al settore? Badate bene, questo è un approccio che non funziona più e che dobbiamo riuscire a cambiare una volta per tutte; non è più accettabile gestire il mondo agricolo in questo modo, non si può più intervenire solo per gestire l'emergenza o assistere a ritardi come quelli che si registrano quest'oggi. Su questo secondo aspetto non è più tollerabile un livello di lentezza burocratica che generi questo immobilismo”.

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