Solinas: “Volevo i tamponi, ma il Governo mi ha bloccato”

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20 ago 2020

"L'obiettivo era evitare la circolazione di soggetti positivi che potessero diffondere il contagio. E l'unico strumento, piaccia o no, era quello proposto da noi. Invece ha prevalso la linea del governo e di alcune regioni di una riapertura senza controlli”.

Di: Redazione Sardegna Live

In un’intervista sul Corriere della Sera, il presidente della Regione Sardegna parla dei nuovi casi registrati negli ultimi giorni nell’Isola (solamente ieri 37 persone) e coglie l’occasione per attaccare il Governo: “Volevo i tamponi per i turisti ma il governo mi ha bloccato. La Sardegna non ha mai avuto una circolazione virale autoctona. Tutti i casi sono di importazione o di ritorno, persone già positive testate una volta giunte in Sardegna o sardi infettati durante le vacanze all’estero. Dai dati ufficiali il numero maggiore dei casi si registra comunque in altre regioni del Paese e il nostro sistema sanitario sta gestendo in modo ordinato e tempestivo la situazione”.

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“Se il governo avesse accolto il modello che avevo proposto già mesi fa per accompagnare l’ingresso sull’Isola di ciascun passeggero con un certificato che attestasse l’esito negativo del tampone, oggi non ci sarebbe la recrudescenza del virus. Ma allora tutti mi vennero contro, contestando l’incostituzionalità, l’impossibilità o la scarsa attendibilità della mia proposta, salvo poi riproporla oggi con colpevole ritardo per tutta l’Italia”, sottolinea Christian Solinas.

Così come è successo per i controlli in porti e aeroporti (che si stanno effettuando solo ora, ad agosto). Il presidente spiega: "Quando noi lo abbiamo proposto a maggio, tutti si sono stracciati le vesti, attaccandomi con una violenza inaudita da tutti i fronti: politico, mediatico e scientifico".

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Sulla questione discoteche (la cui riapertura è stata decisa con un’ordinanza), il governatore precisa: "Le discoteche erano aperte in Emilia-Romagna, Veneto e nel resto d'Italia. Ma anche questo è diventato uno specchietto per le allodole. I giovani se non nelle discoteche all'aperto si sarebbero assembrati nelle spiagge, nelle piazze o in altri locali. Il tema era evitare la circolazione di soggetti positivi che potessero diffondere il contagio. E l'unico strumento, piaccia o no, era quello proposto da noi. Invece ha prevalso la linea del governo e di alcune regioni di una riapertura senza controlli”.

Infine, “se vogliamo analizzare i numeri, i presunti contagi in discoteca sono una minima parte rispetto al complesso dei positivi: abbiamo una ventina di clandestini algerini che non vengono rimpatriati e scappano dai centri d'accoglienza; abbiamo turisti spagnoli, croati e francesi che sono potuti entrare senza controlli grazie alle precedenti scelte del governo", si legge ancora sul Corriere della Sera.

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